Giustizia
Inizia l’appello per il caso dell’assassinio dei due velisti italiani in Croazia Inizia l’appello per il caso dell’assassinio dei due velisti italiani in Croazia Sibenik (Croazia) – Inizia oggi 11 aprile il processo di appello per la morte avvenuta in Croazia nel 2011 dei due velisti italiani Francesco Salpietro (63 anni) e Marinelda Patella (61 anni). I due velisti sono rimasti vittime della barca dell’imprenditore croato Tomislav Horvatinčić, che, guidata dal pilota automatico inserito dallo stesso Horvatinčić, in un tratto di mare affollato di natanti, è letteralmente salita sulla barca dei due italiani viaggiando a 26 nodi, uccidendo i due sul colpo. Il processo a Tomislav Horvatinčić sta suscitando molte polemiche in Italia, ma anche in Croazia, e sta mettendo in discussione l’intero sistema giudiziario croato intaccandone la credibilità. Horvatinčić ha già ucciso due persone in due dei suoi trentuno incidenti stradali. Trentuno incidenti con due vittime e molti feriti, tutti finiti in tribunale, ma dai processi per i quali, nonostante le numerose prove, l’imprenditore è sempre uscito con la dichiarazione di non colpevolezza. Oltre agli incidenti stradali, Horvatinčić è stato coinvolto anche in un caso di stupro salvandosi dalla condanna perché un giudice ha asserito che dal momento che la vittima non aveva espresso a chiare lettere il suo “no”, anche se gridava e si dibatteva cercando di liberarsi dalla presa di Horvatinčić , lo stupro non esisteva. Il primo processo a Horvatinčić per il caso dei velisti italiani è stato annullato per gravi vizi procedurali, ma inspiegabilmente il nuovo processo è stato affidato allo stesso magistrato, il giudice Maia Supe, la quale ha negato agli avvocati della parte civile il diritto alla perizia e nel secondo processo ha accettato l’ipotesi, di cui non si è mai parlato durante il primo processo, di una sincope che avrebbe colpito Horvatinčić pochi istanti prima della collisione facendolo svenire. Sincope di cui i medici non hanno trovato traccia e che comunque non gli avrebbe permesso di reagire come ha reagito subito dopo l’incidente, scappando andandosi a riparare su di un isolotto vicino. La teoria della sincope è stata sostenuta da un solo perito dei tre incaricati dal giudice della perizia psichiatrica dell’imputato. Uno degli altri due ha invece sostenuto che il soggetto è sicuramente uno psicopatico, ma la sua psicopatia non è al livello da provocargli la sincope da lui invocata. Alla storia di Horvatinčić non crede nessuno, tanto meno la stampa croata che sta insistendo molto su questa contrapponendosi, a volte anche in modo duro, al giudice Maia Sipe che è stata accusata da alcuni anche di corruzione. Il pubblico croato, da quello che si evince dai commenti lasciati sotto gli articoli che parlano della faccenda, è cosciente che con questo caso la giustizia Croata sta mettendo in gioco la sua credibilità e con essa la stessa Croazia rischia di dare un’immagine molto negativa di sé all’estero. Molti però, che reputano Horvatinčić un criminale e sollevano ipotesi per cui questo sia coinvolto con la criminalità comune, ritengono che questi grazie alle sue amicizie riuscirà a salvarsi dalla prigione ancora una volta per tornare in mare o in strada a seminare morte e paura. In ogni caso i figli dei due velisti italiani non mollano la presa e stanno facendo di tutto per assicurare l’omicida dei loro genitori alla giustizia. |
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11/apr/2018 |