Ad accendere la miccia di questa diatriba è stato un'articolo apparso sul noto mensile britannico Sea Horse, dove si spiegava come, dietro le linee d'acqua di USA-98, non fosse difficile scorgere la mano del designer argentino, indicato come sicuro ispiratore del progetto della seconda barca, così differente e molto più equilibrata e manovriera della prima, tacitamente attribuita all'estro di Farr.
Venuto a conoscenza di ciò, il progettista statunitense ha esposto in modo piuttosto chiaro al Washington Post il suo pensiero in merito, sostenendo che il suo studio e quello di Kouyoumdjian avevano lavorato bene assieme, anche se molto spesso le idee da loro proposte avevano messo in ombra quelle dell'argentino.
La risposta di Kouyoumdjian non si è fatta attendere più di tanto: “Non intendo minimamente raccogliere le provocazioni. Ciò che so è che qui non si tratta di una barca della Farr Yacht Design, ma di un progetto elaborato dal BMW Oracle Design Team che, come noto a tutti, si compone di un elevato numero di collaboratori”.
Non poteva ovviamente mancare il punto di vista del coordinatore dello staff progettuale, Ian Burns, che dicendosi sorpreso da questa polemica, ha aggiunto di voler vedere chiaro nella vicenda.
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