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Alinghi si gioca l'ultima carta

24 gennaio 2008

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New York - Mossa a sorpresa di Alinghi durante l'ultima udienza, tenutasi ieri a New York, riguardante la causa legale contro Bmw Oracle sulla legittimità della sfida di Coppa America proposta dal sindacato americano.

Gli avvocati del defender, a testimonianza di quanto affermato negli scorsi giorni, ovvero che nel protocollo emanato da Bmw Oracle non c'è un chiaro riferimento all'utilizzo di catamarani in regata, hanno presentato un documento firmato da Jerome Peals, segretario generale dell'Isaf (Federvela internazionale), che cita testualmente: “Nella scelta delle barche per i Giochi Olimpici, l'Isaf non considera i multiscafi come barche a chiglia (in inglese “keelboats”, come scritto da Oracle sul bando di sfida). Una regata tra catamarani non può considerarsi una sfida tra barche a chiglia”.

Questa lettera, giungendo da una fonte così autorevole, potrebbe indurre il giudice Cahn a valutare l'incongruenza della barca proposta dagli statunitensi, definita “keelboat”, ma che in realtà è un catamarano. Per l'Isaf, infatti, le sfide tra “keelboats” sono sempre state a bordo di monoscafi, come Star o Ynglyng.

Le parti argomenteranno ancora lunedì prossimo le proprie tesi, ormai divergenti sul corretto significato di una sola parola. Gli avvocati di Oracle, nel frattempo, hanno obiettato seccamente la mozione presentata dal defender. “I catamarani possono avere una chiglia - ha detto al giudice James Kernay, il legale del team statunitense - l'hanno sempre avuta e anche in questo caso la avranno”.

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