“Crediamo che il Challenger of Record - ha detto Tom Ehmann, portavoce di Oracle - debba essere un vero yacht club. La sentenza della divisione d'appello, se confermata, potrebbe rappresentare un precedente assurdo. E' inutile sottolineare che abbiamo l'assoluta convinzione di avere eccellenti probabilità di vederci riconosciuta la ragione”.
Tempi lunghi, quindi, per la storica brocca. Soprattutto perchè è lecito attendersi che la giustizia americana decida di impugnare nuovamente la questione data la non unanimità dell'ultima sentenza, in favore di Alinghi soltanto per tre voti a due.
“Oracle non è stato capace di arrivare in finale nelle due precedenti edizioni - si legge nella seccata replica del defender - essendo stato eliminato nelle regate di selezione in entrambe le occasioni. Il club nautico di Ginevra e l'intera comunità velica sono offesi da questi tentativi di ottenere, per mezzo di una costosa causa legale, quello che il team americano non è mai stato capace di raggiungere sull'acqua”.
Niente da fare, così, per chi sperava che la Coppa America potesse tornare ad essere soltanto una regata velica; a determinarne l'esito, per ora, saranno ancora i cavilli giudiziari.
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