L'armatore romano parla anche del rapporto con Oracle: “Abbiamo sempre usato diplomazia - ha dichiarato - modificando il protocollo tredici volte e lasciando ai challenger libera scelta di decidere la stazza delle barche. E' Oracle che non ha mai avuto intenzione di collaborare, neanche quando abbiamo accettato di regatare sui trimarani, non concedendoci tempo sufficiente per costruire la barca”.
Sull'ostruzionismo del sindacato americano Bertarelli non ha peli sulla lingua nel manifestare i propri sospetti: “Penso ci sia lo zampino di Russell Couts - ha detto - perchè lo conosco bene. Nella vita è come in regata, non molla mai. Ma in certi campi sarebbe meglio virare un po' prima della lay-line”.
L'armatore di Alinghi ha parole dure anche per il nuovo trimarano americano: “E' una versione leggera di Groupama 3 - ha continuato - ma più che altro rappresenta il simbolo della squalifica di tredici squadre e il licenziamento di molti marinai”.
Nessuno sconto neanche per Dalton, patron di Team New Zealand: “Ha portato avanti una causa insensata dopo aver accettato un protocollo molto chiaro.
E' andato un po' a destra e un po' a sinistra, finendo con le vele in bando”. Il progetto di una nuova Coppa, annuncia Bertarelli, non si fermerà adesso: “Ho avuto fretta di organizzare la nuova Coppa in due anni - ha raccontato - per cavalcare l'entusiasmo creato.
Ora non si potranno ripetere gli utili del 2007, che per la prima volta sono stati divisi tra i team. Il modello giusto sarebbe quello della Formula Uno, con uno yacht club d'esperienza mondiale che si occupi dell'organizzazione dell'evento”.
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