L'infezione da morbillivirus provoca agli animali gravi lesioni polomonari, encefaliche e al livello dei tessuti linfatici; molte sostanze tossiche, come Pcb e contaminati organici, sversate in acqua dall'uomo, ne contribuiscono all'espansione in quanto abbassano il livello delle difese immunitarie dei cetacei, rendendoli così più vulnerabili agli agenti virali.
L'Icram (Istututo per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare) ha già istituito una task force per controllare la diffusione del morbo e analizzare la connessione tra contaminati e aumento della vulnerabilità degli animali.
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