L’esperimento sembra essere riuscito, almeno in parte. La barca con una tonnellata di accessori vari dal forno al desalinatore, dal generatore all’avvolgitore, cammina bene e veloce soddisfacendo l’obiettivo primario di Arcona, avere una barca da crociera molto veloce.
Il 465 così caricato pesa ancora come il modello più piccolo il 43 pur avendo il 10% di tela in più.
Di contro però, la barca, morbida al timone con venti leggeri, risulta essere dura con venti sostenuti.
Per quanto riguarda la qualità costruttiva questa è al livello della tradizione Arcona che vuole barche di alta qualità molto ben rifinite. Il disegno risulta essere, come è caratteristico dei piccoli cantieri scandinavi, un po’ antiquato, soprattutto nei particolari e finiture. Sulla barca ancora è presente in pozzetto il rialzo di poppa che era un “must” per le barche del nord Europa sino a un quinquennio fa perché faceva sentire l’armatore più protetto a poppa, ma poi è apparso evidente che invece di incrementare la sicurezza, quel rialzo poteva essere una fonte di pericolo creando un ostacolo molto basso dietro i piedi del timoniere. Le finestrature della tuga sono ancora i vecchi oblo con cornice di alluminio e bordo tondi che si vedevano nelle barche degli anni 90 e anche internamente tutto è molto classico senza alcun tentativo di modernizzare il layout.
Per una barca che si muove sulla stessa fascia di costo di un Solaris ci si sarebbe aspettati qualcosa di più ricercato.
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