In Canada, dove circa il 35% della popolazione va in barca almeno una volta l’anno, il numero d’incidenti mortali è elevato. Nel 1991 morirono 873.
Grazie alle politiche per aumentare la sicurezza in mare, nel giro di un ventennio il numero di morti in mare si è più che dimezzato.
La grande maggioranza di questi riguardano kayaks, canoe e motoscafi open, una parte minore coinvolge barche a motore cabinate e una minima parte interessa barche a vela.
Gli incidenti mortali nel paese sono da imputarsi principalmente a casi d’ipotermia di persone cadute in mare. Uno dei problemi principali, è la guida in stato di ebbrezza e per fronteggiare questo problema, proprio in questi giorni, il Governo ha licenziato una legge in materia.
Nel paese operano molte associazioni private per il soccorso in mare e la prevenzione degli incidenti ed è a queste che sono stati devoluti i fondi stanziati ieri.
L’Italia, dove il problema è ai minimi termini – nel 2011 si sono registrati 8 decessi riconducibili ad attività connesse con le barche da diporto – ha affrontato il problema in modo diverso. A febbraio dell’anno scorso, il Ministro Matteoli del Pdl, ha fatto passare una legge per istituire la patente nautica a punti, che poi non è più entrata in vigore per mancanza dei decreti esplicativi.
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