Negli ultimi anni, la pandemia di Covid-19 ha portato un rinnovato interesse verso le vacanze in barca, posizionando la Toscana come punto nevralgico per gli appassionati del mare. Questo territorio, rinomato per le sue bellezze naturali e storiche, ha visto le proprie società di charter fare il full booking quasi costante dal 2021.
In questo contesto di rinnovato dinamismo, abbiamo avuto il piacere di intervistare Paolo Bigliazzi, amministratore della Aladar Sail, per discutere le prospettive e le novità del charter in Toscana.
SVN – La Toscana e il suo arcipelago si conferma una delle destinazioni più ambite per chi vuole fare charter. Quali sono i punti di forza secondo lei?
P.B. – La Toscana offre molti vantaggi. Qui si arriva comodamente in auto. Il cliente parcheggia in porto, carica le sue cose in barca e in pochissime ore è già al centro dell’arcipelago. L'Isola d'Elba, in particolare, è un’isola che da una grande sensazione di sicurezza, è grande, ha tantissime rade e baie e ben cinque porti, qualsiasi cosa accada all’Elba si è sempre al riparo e questo, quando si è in barca è un plus fondamentale. Noi di Aladar Sail abbiamo la base a marina di Scarlino e, insieme a Punta Ala, siamo il marina più vicino all’isola d’Elba il che fa crescere molto le richieste.
SVN – Però Aladar Sail non opera esclusivamente in Toscana, corretto?
P.B. – Esatto, la nostra rete si estende ben oltre i confini toscani, con basi operative in Sardegna a Cannigione, a Marina di Stabia nel golfo di Napoli, e più recentemente abbiamo inaugurato una nuova base a Portorosa come punto di partenza per navigare alle isole Eolie.
SVN – Siete cresciuti molto negli ultimi anni.
P.B. – Sì, i clienti ci stanno dando fiducia, credo anche perché noi ci stiamo concentrando sulla preparazione e manutenzione delle imbarcazioni e affidiamo la commercializzazione ad un’agenzia di viaggi, il che garantisce il massimo in termini di tutela e professionalità.
SVN – Quante imbarcazioni compongono attualmente la vostra flotta?
P.B. – Oggi vantiamo una sessantina di unità, tra monoscafi e catamarani.
SVN – Voi, tra tutte le società di charter siete i più eterogenei, non siete legati a nessun marchio.
P.B. – Non essendo rivenditori, siamo liberi di comprare barche dai cantieri che propongono le migliori imbarcazioni e credo che questo ci dia un vantaggio. Possiamo offrire modi diversi di andare in barca. Ad esempio, nei catamarani abbiamo Balì, Nautitech e Fountaine Pajot, tre barche molto diverse per tre diversi velisti.
SVN – Oltre il fatto di poter offrire barche di brand diversi, ci dice un altro punto che considera vincente della Aladar Sail.
P.B. – Credo che siamo riusciti a rimanere genuini. Lavoriamo oggi che abbiamo 60 barche con lo stesso entusiasmo di quando ne avevamo 2 ed eravamo all’inizio. Siamo velisti, ci piacciono le barche, ci piace navigare e ci relazioniamo con i clienti come un velista che ne incontra un altro in banchina. Credo che questo piaccia ai clienti e piace anche a noi.
SVN – Durante il Salone Nautico di Genova gli operatori di settore erano piuttosto preoccupati per il rallentamento dell’economica soprattutto perché l’anno scorso le cose non sono andate bene.
P.B. – A Genova c’era molta preoccupazione, ma ora gli animi si sono rasserenati, almeno in parte. L’ultima parola la si potrà dire solo a fine stagione, ma in questo momento il mercato si sta muovendo meglio dell’anno scorso e possiamo dire di essere abbastanza soddisfatti.
SVN – Quali sono i vostri piani di sviluppo.
P.B. – Ci piacerebbe continuare a comprare barche, abbiamo visto che l’economica di scala paga molto, consente di mettere a sistema le migliori professionalità, abbassa l’incidenza dei costi e permette di offrire servizi migliori.
SVN – Quale sarebbe il numero ideale.
P.B. – Il numero ideale non lo so, ma a noi suona bene il numero cento. Avere cento barche, credo che sia un buon punto di equilibrio.
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