Passarono poco più di due anni e il duello si ripresentò tale e quale al precedente.
Il Conte di Dunraven tornò in terra americana a bordo di un nuovo “Valkyrie”, il terzo della serie, per tentare l'impresa che ormai in tanti avevano fallito: riportare la Coppa America al cospetto di Sua Maestà britannica.
Ad attenderlo, il lord inglese trovò “Defender”, il novanta piedi del sindacato di C. Oliver Iselin, che per la difesa del 1895 volle accanto a sé William K. Vanderbilt. Lo yacht a stelle e strisce, disegnato e costruito sotto la supervisione di Nathanael Greene Herreshof, era discendente diretto del “Vigilant”, cui riuscì la difesa del 1893.
Le due barche, comandate da Henry “Hank” Haff per gli americani e dal Capitano William Cranfield per gli inglesi, incrociarono le prue durante l'autunno del 1895 sullo specchio acqueo antistante il porto di New York, ormai abituata a spettacoli di questo genere.
Il regolamento prevedeva una sfida al meglio delle cinque regate, ma delle tre manche svolte solo la prima può considerarsi del tutto regolare.
A vincerla fu “Defender”, che dopo aver inseguito l'avversario per tutta la prova, riuscì ad affiancarlo e superarlo a poche lunghezze dal traguardo, conquistando il punto dell'importante vantaggio.
Appena sceso a terra, il Conte di Dunraven, al secolo Windham Thomas Windham-Quin, polemizzò con gli stazzatori, sostenendo che lo scafo del New York Yacht Club non era conferme ai rigidi dettami fissati dal regolamento redatto dagli stessi americani.
Gli accertamenti svolti non rivelarono nulla di anomalo e “Defender” si vide attribuire il successo nella prova d'esordio, il cui risultato era rimasto “sub iudice”.
Placata la propria rabbia, l'equipaggio inglese si presentò al via della seconda manche particolarmente carico, forzando la manovra di avvicinamento alla linea di partenza.
Nel tentativo di evitare l'OCS (partenza anticipata), il “Valkyrie III” poggiò con decisione, speronando il “Defender” che, in quel momento, godeva chiaramente del diritto di rotta.
La regata, svolta in un clima a quel punto surreale visti i gravi danni riportati all'albero dal “Defender”, venne vinta dagli sfidanti, ma il punteggio cambiò in favore del sindacato americano (2-0), visto che la Giuria squalificò la barca del Royal Yacht Squadron.
Il Conte di Dunraven chiese di poter ripetere la manche, adducendo come giustificazione un improbabile blocco momentaneo della timoneria. La Giuria rispedì la richiesta al mittente, invitando i contendenti a dar vita alla terza prova.
La mattina del giorno fissato per la regata “Defender” e “Valkyrie III” si presentarono puntuali sulla linea di partenza, iniziando il classico “circling” che caratterizza gli attimi precedenti il via.
Ad un certo punto, nello stupore generale, la barca inglese si allontanò dal campo di regata, facendo rotta verso il porto; “Defender” regatò da solo, tanto che C. Oliver Iselin chiese alla Giuria: “Dobbiamo percorrere l'intero percorso oppure possiamo fermarci dopo la prima boa?” - “Dovete completare tutto il tragitto stabilito nel regolamento” fu la risposta.
Quando la prua di “Defender” tagliò la linea di arrivo, conquistando il punto del definitivo 3-0, il personale del New York Yacht Club chiuse nuovamente la Coppa America nella sua bacheca.
Tornato in patria, il Conte di Dunraven polemizzò aspramente con gli organizzatori, sostenendo di essere stato boicottato in più occasioni. Le sue rimostranze non sortirono alcune effetto e il suo nome scomparve per sempre dallo strano mondo dell'America's Cup.
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