Dopo la paura corsa nel 1934, quando “Endeavour” rischiò seriamente di strappare la Coppa agli statunitensi, i rappresentanti del New York Yacht Club dedicarono molto più tempo e risorse alla difesa, tanto che dalla matita di William Starling Burgess e Olin Stephens uscì il “Ranger”, un J-Class destinato ad entrare nella storia.
Realizzato presso gli stabilimenti della Bath Iron Works dopo interminabili test in vasca e nella galleria del vento, il “Ranger” aveva vele confezionate in materiali sintetici, albero, boma e tangone in alluminio e veniva portato in regata da un equipaggio di super professionisti.
La logica conseguenza di uno sforzo del genere fu che il consorzio americano, capeggiato da Mike Vanderbilt per la terza volta, difese la Coppa con una barca troppo superiore rispetto all'onesto “Endeavour II”, armato da Thomas Sopwit.
Il magnate d'oltre manica, ancora una volta impegnato alla ruota del suo scafo, combatté senza darsi per vinto fino all'ultimo, salvando l'onore ma non la propria sfida, “respinta”
come avvenuto per tante altre prima.
Mentre nubi oscure offuscavano il cielo europeo, ormai sul piede di guerra a causa della Germania nazista, all'interno della sua teca, nell'ovattato ambiente del New York Yacht Club, la Coppa America dormiva sonni tranquilli.
© Riproduzione riservata