“Ho la sensazione che il 'Columbia' fosse di gran lunga il migliore tra i due scafi finalisti e che la sua superiorità dipendesse dal maggior numero di regate cui fummo impegnati durante la selezioni dei defender”.
Così Olin Stephens archiviò il successo ottenuto dal “Columbia” sullo “Sceptre” nell'edizione del 1955, la prima del dopo guerra, la prima disputata con il conforto di tecnologie alquanto moderne.
Dopo oltre venti anni di sosta, dovuti allo scoppio del secondo conflitto mondiale, gli inglesi si ricordarono che al di la dell'Oceano, all'interno di una bacheca del New York Yacht Club, era ancora custodita la Coppa delle Cento Ghinee.
Per questa nuova sfida, presentata da un sindacato capeggiato da Hugh Goodson, membro del Royal Yacht Squadron, gli statunitensi decisero di modificare il Deed of Gift.
Gli affascinanti J-Class erano infatti considerati troppo costosi per un economia in affanno come quella del dopo guerra e fu così che vennero accantonati, sostituiti dai meno appariscenti 12 Metri Stazza Internazionale (barche in realtà lunghe al galleggiamento poco meno di quattordici metri).
Questa scelta vide nascere ben quattro sindacati a stelle e strisce, obbligando il circolo detentore a organizzare delle regate di selezione.
Dopo un’avvio tutt'altro che incoraggiante, il “Columbia”, armato da Henry Sears, venne sottoposto a pesanti lavori di miglioramento che gli consentirono di spuntarla, aggiudicandosi il diritto di difendere la Coppa dall'assalto dello “Sceptre”, il cui progettista, David Boyd, aveva dovuto far tutto da solo, senza il conforto di alcun metro di paragone.
Il risultato fu ancora una volta umiliante per gli inglesi, che tornarono in patria battuti quattro a zero, in quella che fu un'edizione seguita con grande attenzione dai media.
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