Dopo oltre cento anni di tentativi, l'edizione della Coppa America del 1962 non vide ai blocchi di partenza nessuno sfidante inglese.
Grazie alla diffusione sempre più capillare di radio e televisioni, l'evento era ormai conosciuto in tutto il mondo e, com'era logico aspettarsi, a farsi avanti furono anche consorzi di altre nazioni, agevolati nei loro propositi dagli ormai affidabili trasporti via mare.
Il New York Yacht Club decise di raccogliere la prima sfida arrivata in ordine cronologico, presentata dal Royal Sydney Yacht Squadron, sotto il cui guidone si muoveva un sindacato guidato da Sir Frank Packer.
La notizia fece rapidamente il giro del globo, tanto che Jhon Fitzgerald Kennedy, Presidente degli Stati Uniti, si sentì in dovere di sottolineare la novità: “In passato la Coppa è stata un fatto privato tra noi e gli inglesi. Ci fa enormemente piacere che siano gli australiani ad assumersi oggi questa responsabilità per conto dell'Impero”.
Quello che si proponevano gli australiani, popolo di appassionati navigatori ma totalmente privi di esperienza in fatto di Coppa America, era un obiettivo di difficile raggiungimento: la costruzione di un 12 Metri Stazza Internazionale richiedeva infatti tecnologie all'avanguardia, approfondite conoscenze ingegneristiche, supportate da non comuni capacità manageriali, atte a gestire in modo efficace budget già allora notevoli.
Spinti dal grande entusiasmo popolare, Packer e i suoi collaboratori individuarono in Alan Payne il designer in grado di partorire uno scafo competitivo, commissionandogli la realizzazione del primo 12 Metri S.I. mai realizzato nell'emisfero sud del mondo.
Il “Gretel”, costruito presso gli stabilimenti di Lars Harvorsen & Sons, venne affidato all'esperto skipper Alexander “Jock” Sturrock e iniziò una lunga serie di allenamenti negli Stati Uniti, nei pressi del campo di regata, in modo da prendere confidenza con l'alternarsi delle correnti e l'oscillare delle brezze dominanti.
Mentre lo sfidante “studiava”, gli americani allestivano l'ennesima difesa, ergendo a baluardo il “Weatherly”, un 12 Metri S.I. disegnato da Philip Rhodes per Henry Mercer, capo del sindacato allestito dal New York Yacht Club.
Mai umiliato, lo scafo sfidante si batté con tenacia, strappando agli statunitensi, rei di aver sottovalutato l'avversario, una vittoria, prima di arrendersi per quattro a uno.
Per gli australiani l'esperienza fu positiva, al punto che Packer, durante la cerimonia di premiazione, ebbe a dire: “E' stata la nostra prima sfida e abbiamo la netta sensazione che non sarà certo l'ultima”.
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