“Non c'era bisogno di un computer per sapere che il 'Gretel II' era una buona barca e che per difendere la Coppa avremmo dovuto sfruttare al meglio tutte le risorse di cui disponevamo”. Con queste parole, Bill Ficker, skipper di “Intrepid”, riassunse la difficilissima difesa di cui si era reso protagonista con il suo equipaggio: mai come nella sfida del 1970 infatti, gli americani furono vicini a capitolare.
Per la prima volta nella storia della manifestazione, il New York Yacht Club accettò due sfide contemporaneamente: la prima australiana, presentata ancora una volta da Sir Francis Packer in nome del Royal Sydney Yacht Squadron, e la seconda del Barone francese Marcel Bich.
I due sfidanti ebbero così modo di misurarsi contendendosi l'accesso alla finale contro l'”Intrepid”, la stessa barca che aveva difeso la Coppa nel 1967.
A spuntarla fu l'equipaggio australiano che guidato da Jim Hardy si impose con disinvoltura su “France”, dimostrandosi decisamente superiore dal punto di vista della preparazione tecnico tattica.
Gli statunitensi si trovarono così a fronteggiare con una barca vecchia di tre anni un avversario forte e motivato, il cui mezzo, per la prima volta dal 1852, era più performante di quello in mano al defender.
A salvare gli americani dal tracollo furono gli incredibili errori commessi dagli australiani che nelle regate di finale sbagliarono l'impossibile: cambi di vela sbagliati, uomini caduti in mare e scelte tattiche discutibili; insomma: ciò che nelle sfide precedenti non era mai avvenuto, capitò tutto in una volta.
Nonostante ciò il “Gretel II” vinse ben due match, ma una mancata precedenza in fase di pre partenza costò al team australiano la squalifica in uno di essi e la conseguente assegnazione del punto della vittoria all'”Intrepid”, che difese la Coppa ancora una volta, con il punteggio di quattro a uno.
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