Dopo soli tre anni, il New York Yacht Club si vide costretto a indire una nuova edizione della Coppa America, pur di soddisfare le richieste che in tal senso giungevano da numerosi sindacati.
Le regate di selezione tra gli sfidanti videro impegnati ben due consorzi australiani, uno francese e uno svedese.
Le semifinali videro “Gretel II”, dell'australiano Gordon Ingrate, perdere contro lo scafo svedese mentre “Australia”, il nuovo yacht di Alan Bond disegnato da Ben Lexcen e costruito a Perth, eliminava senza troppi problemi “France”, la vecchia barca protagonista dell'edizione del 1970; in finale “Sverige” si dovette ben presto arrendere di fronte alla netta supremazia di “Australia”, lasciandole il diritto di sfidare gli americani.
Anche gli statunitensi dovettero organizzare delle regate di selezione, dato che oltre al modificato “Corageous”, divenuto di proprietà di Lee Lomis e George Hinman, il circolo organizzatore registrò le iscrizioni di due nuovi sindacati, proprietari di due scafi nuovissimi, “Indipendence” e “Enterprise”.
I match furono serrati e videro il vecchio “Corageous”, timonato dal futuro re della CNN, Ted Turner, spuntarla di misura, conquistando così il diritto a difendere la Coppa per la seconda volta consecutiva, onore che in passato era toccato solo al “Columbia” e a “Intrepid”.
La vittoria di Turner risultò alquanto indigesta per i dirigenti del New York Yacht Club, dato che essi vedevano in quell'uomo del sud un personaggio scomodo e irrequieto, al punto di affibiargli il soprannome di “Capitan Oltraggio”.
Sebbene il gap rispetto al 1974 si andasse colmando, “Corageous” si rivelò ancora una volta la più forte, infliggendo al challenge un quattro a zero che non ammetteva repliche.
Deluso dalla sconfitta, Alan Bond non si diede per vinto, sollecitando i suoi collaboratori a lavorare su quanto di buono era stato fatto: la Coppa avrebbe presto parlato australiano, di questo, l'armatore di “Australia”, era sicurissimo.
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