La serata tutta dedicata all’evoluzione delle tecniche di costruzione degli scafi di Coppa America poteva far storcere il naso a più di qualcuno, tenendolo lontano dalla suggestiva location di S. Giorgio per paura di una “lezione” tutta numeri e diagrammi. Nulla di più lontano dalla volontà degli organizzatori, che si sono affidati a Sebastiano Morassutti, profondo conoscitore del mondo della nautica, per creare un evento certo di approfondimento, ma molto divulgativo, che si è snodato dall’analisi delle prime golette che si sfidarono per l’ambito trofeo, fino a giungere alla scoperta degli avveniristici multiscafi d’oggi.
L’introduzione è stata lasciata a Claudio Maletto, architetto navale, progettista dei monoscafi Il Moro di Venezia e Luna Rossa. E’ stato lui a illustrare l’impressionante evoluzione subita dalle regole e di conseguenza dalle imbarcazioni di classe America’s Cup, puntualizzando come la spettacolarità sarà di sicuro la cifra caratteristica della 34a sfida.
Rimanendo in tema di sfide impressionanti, Silvio Arrivabene, responsabile della costruzione e della programmazione tecnica del catamarano svizzero Alinghi, ha raccontato l’incredibile vicenda del trasporto della barca sopra le Alpi, corredando il tutto con una serie di immagini di grande impatto.
I progettisti Marc Van Peteghem e Vincent Lauriot Prevost hanno invece puntato l’attenzione sulle idee che li hanno portati alla costruzione di USA 17, il trimarano BMW ORACLE vincitore della 33a edizione della Coppa America a Valencia.
Tante domande dal pubblico hanno suscitato le possibilità d’uso dell’ala rigida, dell’albero alare e dei nuovi materiali che sono stati utilizzati, spostando l’asticella della tecnologia ancora un passo più avanti rispetto alle edizioni precedenti.
Il prossimo appuntamento alla Compagnia della Vela è fissato per lunedì 16 aprile alle ore 18 per festeggiare i 20 anni dal successo alla Louis Vuitton Cup del Moro di Venezia.
La conferenza intitolata “Il sogno del Moro” avrà come ospiti Paul Cayard, German Frers, Fernando Sena e Carlo Borlenghi.
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