Questa sentenza giunge dopo venti anni di battaglie legali. In primo grado, la giustizia americana aveva imposto alla casa petrolifera il pagamento di 3,4 miliardi di dollari per il risarcimento alle 33.000 persone, tra pescatori e lavoratori marittimi danneggiati dal disastro ambientale, più 5 miliardi di dollari per danni punitivi. Nel 2008, tuttavia, la Corte suprema aveva accolto gran parte dei ricorsi presentati dalla Exxon, tanto da fissare il tetto massimo di questa punizione a 507 milioni di dollari, confermati in sostanza da quest’ultima sentenza della Corte d’appello.
La decisione ha già fatto alzare la voce alle associazioni ambientaliste, che hanno definito troppo tenera la punizione inflitta alla casa petrolifera. Secondo alcune stime approssimative, il disastro ecologico causato dalla Exxon Valdez avrebbe ucciso 250.000 uccelli marini, 2.800 lontre, 300 foche, 250 aquile di mare e 22 orche, oltre ad avere danneggiato irreparabilmente un tratto di costa tra i più belli al mondo e condizionato pesantemente l’attività lavorativa degli abitanti locali.
Attualmente la Exxon Valdez continua a esercitare il proprio lavoro nei mari di tutto il mondo con il nome Dong Fang Ocean e sventolando bandiera panamense.
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