sabato 22 marzo 2025
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Quando lo spumante viene dagli abissi

Venerdì scorso sono stati posate sul fondo del mare 12 gabbie contenenti 6.500 bottiglie di vino con l’obiettivo di sottoporle a un processo di spumantizzazione

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Portofino - Spumantizzazione subacquea: è questo l’originale modo di festeggiare i primi dieci anni di vita per l’area marina protetta di Portofino. Venerdì scorso, infatti, sono stati posate sul fondo del mare (circa 60 metri), dodici gabbie contenenti 6.500 bottiglie di vino dell’azienda di Bisson, con l’obiettivo di farle riposare per 18 mesi e sottoporle a un naturale processo di spumantizzazione. L’originale idea, messa in pratica per la prima volta in Italia, è venuta a Piero Lugano, titolare dell’azienda vinicola, dopo aver saputo del ritrovamento nei fondali marini di anfore romane contenenti del vino perfettamente intatto nelle proprie proprietà organolettiche.
Gli abissi sembrerebbero così un ambiente ideale per la conservazione del vino. La temperatura è costante, intorno ai quindici gradi, così come avviene nelle cantine, e la luce, nemica del vino perchè ossidante, è molto carente. L’effetto culla provocato dalle correnti marine e il perfetto bilanciamento di pressione permetterebbero inoltre di mantenere in sospensione i materiali di scarto e alle bollicine di amalgamarsi.
Dopo questi diciotto mesi in mare, le bottiglie saranno riportate a terra e sottoposte a un periodo di ulteriore affinamento variabile tra i quaranta giorni e i sei mesi. Infine, saranno confrontate con le proprie simili, spumantizzate attraverso il processo tradizionale. Lo spumante marino, tuttavia, una caratteristica esclusiva la avrà comunque: le bottiglie saranno vendute con i sedimenti marini che le hanno ricoperte e protette nei diciotto mesi di immersione.

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