In queste condizioni Thomas Coville a bordo del maxi-trimarano Sodeb'o si accinge a iniziare la seconda parte della sua impresa. Dopo ventotto giorni in mare ha raccontato allo shore team il proprio stato d'animo: “Con questo distacco - ha raccontato - prendo tutto come viene. So che la traversata di Joyon è stata eccezionale nella prima frazione, ma è nella seconda metà del tragitto che conto di recuperare terreno. Non penso che potrò fare molto in Pacifico, ma spero di guadagnare molto durante la risalita dell'Atlantico”.
Difficile trovare le motivazioni quando si hanno dodici mila miglia da compiere, già ne sono state completate altrettante e il sogno di stabilire il record è molto lontano: “Alla partenza dicevo che l'importante era tentare di battere il record - ha continuato Coville - ma oggi penso a quanto sia importante centrare quest'obiettivo. Per Joyon e la MacArthur è stato più facile, loro non dovevano combattere con un ritardo così grande. Mi ripeto in continuazione che solo i campioni sono in grado di compiere grandi rimonte e stringo i denti”.
Coville spiega anche perchè, a differenza di Joyon, sta tenendo una rotta molto più settentrionale: “Non siamo gladiatori - ha raccontato - e non siamo in un circo. L'anno scorso un'enorme massa di ghiaccio si è staccata dall'Antartide e si è divisa in più parti. C'è una zona che dobbiamo evitare per la nostra sicurezza”.
Le ultime considerazioni di Coville riguardano i suoi “simili”, ovvero gli skipper impegnati nella Vendèe Globe: “Ho saputo del disalberamento di Golding. Noi tutti - ha concluso - viviamo con la paura di poter rompere qualcosa. E' importante capire quando la barca è al limite della sopportazione o quando lo ha superato. Sulla rimonta di Desjoyeaux non mi sorprendo. Ho regatato con lui diverse volte e tenerlo dietro è difficilissimo”.
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