Il Libano ha subìto una vera e propria catastrofe ambientale: questo è quanto emerge da "Testimoni di guerra", il rapporto che Greenpeace ha reso noto lo scorso 31 ottobre. La rivelazione si basa sugli effetti causati dal bombardamento aereo della centrale termoelettrica di Jiyeh, a sud di Beirut, avvenuto circa quattro mesi fà. Lì, a bordo di "Rainbow Warrior" (la nave ammiraglia dell'Associazione) i volontari hanno condotto ricerche i cui risultati hanno dimostrato che le tonnellate di greggio (tra le 10 mila e le 15 mila), disperse in mare, siano giunte fino alle coste della Siria, spinte da vento e correnti.
Alessandro Giannì, biologo marino e sub, responsabile della campagna mare di Greenpeace ha dichiarato che "Come il petrolio in mare, anche altre sostanze chimiche rilasciate da industrie colpite dai bombardamenti hanno contaminato pesantemente l'aria, i fiumi, il terreno e il mare, con effetti che potrebbero potenzialmente colpire due milioni di persone, quasi la metà della popolazione libanese".
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