Alla riunione non sarà presente l’Ucina che ci ha detto di non essere stata invitata su richiesta dei dissidenti stessi, cosa che pregiudica ancor di più la possibilità che dalla riunione si esca con qualcosa di definitivo.
Ora, i due contendenti, UCINA da una parte e dissidenti dall’altra, dovranno risolvere un problema per uno.
L’UCINA, per quanto abbia difficoltà a rendersene conto, si sta giocando il futuro del Salone Nautico. Se la vela dovesse uscire dal Salone questo diventerebbe un salone a metà. Non più il salone della Nautica, ma il salone delle barche a motore e questo inevitabilmente porterebbe all’abbandono di altre categorie di espositori degradando per sempre il Nautico a salone secondario nel panorama mondiale europeo con danni enormi per tutto il settore e in particolare per gli associati dell’UCINA stessa. Per il Nautico sarebbe impossibile aspirare a tornare a coprire il posto di primo salone mondiale della nautica.
I dissidenti a loro volta devono scegliere: dentro o fuori. Se sceglieranno di stare fuori dal salone e rimanere a casa, pregiudicheranno seriamente una stagione che già non si annuncia tra le migliori e perderanno la possibilità di crearsi quel bacino di utenza che, una volta passata la crisi, rappresenterà la ripresa stessa, dall’altro lato, se rientreranno nel salone, quanto fatto sino ad ora sarà vanificato, almeno in parte. Tuttavia per i dissidenti, il problema è minore, visto che ormai hanno dimostrato una coesione che è la base sulla quale costruire una associazione di operatori in grado di creare un salone della vela per il prossimo anno.
© Riproduzione riservata