Polemiche a nostro avviso sterili, chiacchiere da bar. Nel video si vede un AC75 che comunque rimane per il 90 % del tempo fuori dall’acqua nonostante le onde alte, cosa che, più o meno, deve essere il primo obiettivo del team. Per il resto, il fatto che la barca appaia un po’ appesantita, un po’ lenta nei movimenti, pensiamo che sia del tutto naturale.
Gli AC 75 hanno poco a che vedere con delle barche a vela tradizionali, qui non si tratta di mettere alla prova una barca, qui si tratta di inventare un nuovo modo di andare in barca e per farlo ci vuole tempo.
Se qualcuno ci dovesse chiedere, ma come si vira su di un vecchio monoscafo di Coppa America, un’idea ce l’avremmo tutti, sbaglieremmo qualche particolare, il posizionamento di qualche membro del team, ma alla fine sapremmo come si conduce una virata su di un monoscafo. Ancora pochi invece quelli che hanno un’idea di come si vira su di un AC 75, quando si abbassa il foil, quando si inizia la virata, quando si alza il foil di sopravento, perché in realtà al di là di chi ha portato queste barche e chi le ha pensate, nessuno lo sa.
Anche gli stessi team hanno un’idea di come si fa, ma non hanno l’esperienza a supporto della teoria. Un Max Sirena nella sua carriera ha fatto e ha chiamato migliaia di virate e di abbattute, ma quante ne ha fatte e chiamate su di un AC75?
Tempo, ci vuole tempo perché le barche siano messe a punto, ci vuole tempo perché gli equipaggi capiscano bene come si conducono questi oggetti che solo in parte sono barche a vela come le si intendeva sino a pochi mesi fa.
Criticare e tirare fuori teorie di come si dovrebbe fare a condurre un AC75 sono solo chiacchiere da bar.
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