La barca era di proprietà di Sergio Giglio, presidente di Confindustria Piacenza, il quale ha raccontato la vicenda al quotidiano locale “Libertà”: “Al momento dell'ultima comunicazione, Pierpaolo ci ha detto, mentre si trovava in pieno Oceano Indiano, di essere costretto a fare rotta verso nord con la sola vela di prua in quanto aveva problemi alla randa. Le condizioni meteo erano al limite e, seppur si attendeva un miglioramento, gli avevo consigliato di rientrare in un porto indiano”.
Da questa conversazione, Giglio non è più riuscito a comunicare con l'equipaggio e, neanche una barca tedesca, , transitata sul punto dell'ultima comunicazione, era riuscita a trovare tracce di “Gi.go.2”.
I due naufraghi, al momento del recupero, erano molto provati ma in condizioni accettabili grazie alle razioni di cibo presenti a bordo: “Neppure un navigatore esperto come lui - ha raccontato Giglio - ha capito cosa sia successo. Hanno sentito un forte rumore, probabilmente causato da un impatto con un agente esterno o da un cedimento strutturale. La barca ha cominciato ad affondare, e per loro ci sono stati soltanto pochi secondi di tempo per gettare in mare la zattera”.
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