La sentenza arriva dopo che nel 2005 la Commissione Europea aveva contestato all’italia numerose carenze in materia. Tra queste, l’insufficenza di verifiche a terra e in mare sui pescherecci, la mancanza di un programma specifico di controllo e una normativa priva di sanzioni per la semplice detenzione a bordo. La Corte di Giustizia ha inoltre evidenziato come nel periodo dal 1993 (quando erano vietate le spadare superiori ai 2,5 chilometri) al 2005 le sanzioni inflitte sono state scarse e il numero di reti sequestrate molto ridotto. Accusata anche la reticenza delle autorità preposte a far rispettare le direttive comunitarie per evitare il rischio di reazioni sociali alle misure di repressione adottate.
© Riproduzione riservata