lunedì 24 marzo 2025
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Processo Erika: la giustizia non fa sconti, danni per 192 milioni di euro

La sentenza, accolta molto positivamente dagli ambientalisti, crea un importante precedente. Per la prima volta è stata punita l'azienda affittuaria dello scafo, in questo caso la Total

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Parigi - Tutti colpevoli. Il tribunale di Parigi, dopo oltre quattro mesi di processo, non ha lasciato scampo agli imputati della strage dell'Erika, la petroliera che nel 1999 si spaccò in due a largo di Cape Finisterre, perdendo in mare oltre trentamila tonnellate di carburante e inquinando quattrocento chilometri di costa francese.

Dovranno versare un totale di 192 milioni d'euro la Total, compagnia affittuaria della nave, il Registro navale italiano (Rina), l'armatore Antonio Savarese e il gestore Antonio Pollare. Principale beneficiario del risarcimento sarà lo Stato francese, con 154 milioni di euro; la somma restante sarà suddivisa tra i cento enti pubblici e privati impegnati nel processo.

La sentenza, accolta molto positivamente dagli ambientalisti, crea un importante precedente. Per la prima volta è stata punita l'azienda affittuaria dello scafo, in questo caso la Total, condannata per imprudenza, avendo trascurato le condizioni non certo ottimali della nave.

Savarese e Pollara, i due italiani implicati nella vicenda, sono invece stati sanzionati per aver ridotto le spese sui lavori di riparazione della petroliera nel 1998, un anno prima del disastro. Non è riuscita a scamparla neanche il Rina, reo di aver rinnovato il certificato di sicurezza nonostante lo stato preoccupante della struttura.
I condannati hanno già dichiarato che presenteranno ricorso in appello; il processo sembra essere ancora lontano dalla sua fine. Intanto, il mare può tirare un sospiro di sollievo.

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