Palermo - Sembrano essere centinaia, invece che soltanto poche decine, i capodogli presenti nel Mar Mediterraneo. Questa è la prima conclusione al termine dell’esperimento Nemo, condotto dall’Istituto di fisica nucleare dell’Università di Pavia. Il centro di ricerca, infatti, ha posizionato a 20 km dalle coste di Catania una stazione Onda a 2.000 metri di profondità, per rilevare i suoni nel sottofondo marino. L’obiettivo dell’Università è quello di capire quali siano le fonti dei neutrini di alta energia, capaci di emettere misteriosi raggi cosmici, probabilmente dal centro della terra.
Il primo risultato ottenuto, però, riguarda gli enormi cetacei. E’ stato, infatti, rilevato un passaggio di almeno tre balene ogni due gioni, riconoscibili dallo schiocco, il rumore emesso dal mammifero che si aggira a tali profondità per cacciare calamari. Il passaggio così frequente dei capodogli, lascia così ipotizzare un numero di esemplari nei nostri mari decisamente maggiore a quello stimato fino a oggi.
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