Secondo Secretan la prova di questa affermazione è contenuta in una carta geografica, la “Map with ship”, custodita nella Biblioteca del Congresso di Washington dal 1933, e, da diversi decenni, sotto esame da parte dell'Fbi.
La carta raffigura una mappa con disegnata una parte dell'India, la Cina, il Giappone, le Indie Orientali e l'Alaska e una nave a fianco, il cui stemma, costituito da un incrocio di lettere, dà il nome di Marco Polo. Tema principale del disegno, sempre secondo Secretan, è lo stretto di Bering, che divide la Siberia dall'America del Nord. L'analisi con gli ultravioletti, che l'Fbi effettuò nel 1943, ha rilevato però la presenza di inchiostrazioni sulla mappa, segno di altrettante modifiche nel corso degli anni.
“Se tale carta è effettivamente di Marco Polo - scrive il giornalista - significa che approdò in America due secoli prima di Colombo e che disegnò lo stretto di Bering quattrocento anni prima che questo comparisse sulle carte europee”.
Marco Polo, tuttavia, non raccontò mai di aver toccato terra in Alaska: “Sul letto di morte però - ricorda Secretan - disse ai suoi amici: non ho scritto la metà di quello che ho visto”.
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