domenica 23 marzo 2025
  aggiornamenti

Un anno in ventiquattro ore

Gli scafi in gara dovranno percorrere circa 630 miglia nautiche attreversando il Mare di Tasmania e, soprattutto, lo stretto di Bass; il record da battere è quello stabilito da Wild Oats XI nel 2005

SVN GUIDE CHARTER SVN GUIDE CHARTER SVN GUIDE CHARTER
GUIDE DI CHARTER
Sydney - Ottantacinque imbarcazioni, di cui sei provenienti dall'estero, sono pronte per partecipare alla Sydney-Hobart, una delle regate più dure e affascinanti del calendario, che partirà dalla città australiana il prossimo 26 dicembre. Gli scafi in gara dovranno percorrere circa 630 miglia nautiche attreversando il Mare di Tasmania e, soprattutto, lo stretto di Bass; il record da battere è quello stabilito da “Wild Oats XI” nel 2005 in 18 ore, 40 minuti e 10 secondi.

Ecco un breve profilo di alcune imbarcazioni favorite per la vittoria finale:

Wild Oats XI (Maxi 30m) - E' la barca da battere. Lo scafo di Bob Oatley si è aggiudicato gli ultimi due line honour della competizione, stabilendo nel 2005 il primato del tracciato. Per contrastare la concorrenza sempre più agguerrita, “Wild Oats XI” quest'anno si presenta con un piano velico maggiorato (che la penalizzerà nella classifica in compensato) e una nuova antenna in carbonio, dopo il disalberamento che l'ha vista protagonista nell'ultima Maxi World Cup.

Skandia (Irc Maxi 98) - L'anno scorso ruppe il canard di prua a due terzi del percorso, quando si trovava distante solo tre miglia dal capolista “Wild Oats XI”. Quest'anno, per cogliere la vittoria, la barca di Grant Wharington è stata attrezzata di una nuova chiglia con una pinna più sottile che le permetterà di guadagnare oltre mille chili di peso. Nel suo curriculum c'è la vittoria in tempo reale nell'edizione del 2003.

City Index Leopard (Maxi 30m) - E' il grande outsider della competizione. Nato quest'anno da un progetto di Bruce Farr, lo scafo di Mike Slade ha dimostrato tutta la sua potenza alla Fastnet Race di quest'estate, migliorando di oltre otto ore il primato della competizione. Disloca più di diecimila chili rispetto a “Wild Oats XI” e la sua carena larga e molto spigolata è particolarmente adatta per le andature portanti.

Hugo Boss II (Volvo 60) - Nonostante al timone manchi Alex Thompson, impegnato nella Barcelona World Race, c'è da scommettere che lo scafo inglese non resterà a guardare i primi troppo da lontano. “Hugo Boss II” ha dimostrato le sue ottime doti prestazionali giungendo secondo nella Volvo Ocean Race 2001-2002, prima di essere sottoposto a un completo re-fit la scorsa primavera.

© Riproduzione riservata

SVN VIAGGI SVN VIAGGI SVN VIAGGI
ARTICOLI DI VIAGGI
Barcando Barcando Barcando
PUBBLICITÀ