Se fino a due giorni fa il viaggio di Matteo era proseguito senza intoppi, con punte di oltre 400 miglia in sole 48 ore, la nottata del 10 gennaio è stata ricca di imprevisti. Come racconta nel suo diario di bordo, due grossi groppi producendo altrettanto grandi onde, hanno fatto cascare in acqua il pilota automatico, fortunatamente rimasto attaccato all’imbarcazione grazie al filo elettrico della batteria.
Un grosso pesce volante fuoriuscito dall’acqua inoltre, ha colpito all’occhio il navigatore solitario: “E’ stato come ricevere un pugno in faccia” ha detto Miceli. Ciò non ha fatto tuttavia perdere l’ironia a Matteo, che racconta di averlo risparmiato per la colazione.
La giornata dell'11 gennaio è stata invece più tranquilla. Un vento non eccessivamente forte ha permesso a Matteo di veleggiare tranquillamente con il jennaker. Lo skipper romano ha descritto così le ultime emozioni prima dell'arrivo a Guadalupa: "L'adrenalina comincia a farsi sentire, ma mi sforzo di tenere alta la concentrazione perchè le miglia da fare sono ancora molte"
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