A guidare la flotta ancora uno scatenato Alex Thomson che, nonostante l'avaria dichiarata al foil di dritta, tiene bene sui tentativi di rimonta di Armel Le Cleac'h respinto adesso a 110 miglia, mentre Sebastien Josse è attardato di 227 miglia anche a causa di uno stop forzato seguito all'ennesima collisione con un oggetto sommerso. Per Edmond de Rothschild solo una momentanea avaria al sistema che permette alle pale dei timoni di alzarsi e tornare in acqua, problema prontamente risolto da Josse che adesso ha ripreso regolarmente la sua marcia.
Grande stupore da parte del mondo velico nel vedere le performance di Hugo Boss rimanere sui 20 nodi di media nonostante il danno all'appendice. Se l'IMOCA 60 inglese non è più in-grado di sollevarsi sull'acqua, riesce comunque a non subire lo scarroccio laterale nonostante il moncone di deriva rimasto. Probabilmente il pezzo della L sopravvissuto all'impatto sta comunque facendo in acqua il suo lavoro e c'è molta curiosità nel vedere come Thomson proseguirà il suo giro del mondo su questi ritmi. Potrebbero essere dietro l'angolo delle spettacolari azioni di bricolage da bordo.
Nel frattempo la regata prosegue senza particolari colpi di scena per il resto degli skipper. La flotta è ormai divisa in più gruppi, molto distanti tra loro, divisi in sistemi meteo. Chi perde un fronte depressionario viene riassorbito nel sistema meteo, e dagli avversari, che lo seguono, in uno schema che si ripeterà per tutto il Southern Ocean.
Il dato impressionante è il confronto con le performance di François Gabart di quattro anni fa. Il vincitore del Vendée Globe 2012-2013 al 17mo giorno di corsa si trovava circa 2000 miglia indietro rispetto alla posizione attuale di Hugo Boss. Duemila miglia, un'enormità sull'acqua: oltre quattro giorni di navigazione, forse anche di più. Che sia il Vendée Globe dei record è ormai chiaro, il prossimo sarà quello sulla tratta da Les Sables a Buona Speranza e ancora una volta sarà il britannico a infrangerlo. I francesi, forse, iniziano veramente a preoccuparsi e a temere di vedere sventolare l'Union Jack nel tempio della Course au Large mai infranto fino ad ora da uno skipper non francese.
© Riproduzione riservata