“E’ incredibile – ha detto lo skipper dopo il suo arrivo – questo piccolo raggio di sole che spunta tra le nuvole sembra magico. Avrò già vinto questa competizione otto anni fa (nel 2000-2001 con Prb, ndr) ma è ancora incredibile. Sono stato due mesi a cercare di capire cosa dovevo fare, come dovevo agire e ora sono entusiasta nel ripensare a quanto ho vissuto”.
La cavalcata trionfale di Desjoyeaux è stata esaltante. Costretto a rientrare in porto a poche ore dalla partenza per un problema ai ballast, il navigatore d’oltremanica, tornato in mare, ha superato in scioltezza tutti i propri avversari, prendendo il comando della competizione già in Oceano Indiano e mantenendolo fino al traguardo. Ad avvantaggiarlo sono stati senza dubbio i numerosi ritiri, ma anche Desjoyeaux ha dovuto lottare con diversi problemi alla propria imbarcazione, primo fra tutti quello alla timoneria che in Pacifico lo ha anche fatto pensare al ritiro.
“Non mi sono mai preoccupato – ha continuato Michel – quando stavo dietro, pensavo a fare la mia velocità e non guardavo gli altri. Ho vinto questa Vendèe Globe prima della partenza, grazie alle scelte dettate dall’esperienza di tutto il team nel preparare la barca. Avrà influito per l’ottanta per cento. L’altro venti per cento è rappresentato dagli ottanta giorni trascorsi in mare. Il crederci, l’avere fiducia, l’applicazione, l’abilità nel manovrare, il punirsi per ogni errore. Sono sempre stato attivo per far andare la barca il più veloce possibile”.
Dietro, intanto, Jourdain Roland procede a rilento a causa di un problema al bulbo. Lo skipper d’Oltralpe si trova al secondo posto in prossimità delle Azzorre, ma Armel Le Cleac’h che naviga al doppio della velocità (undici nodi contro cinque), ha ridotto il proprio svantaggio a circa duecento miglia.
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