“Ogni volta che passi Capo Horn – ha detto Magnus Olsson, skipper di Ericsson 3 – il cuore batte un po’ più veloce. Puoi sentire i momenti storici vissuti in questa zona, si sente la presenza di tutti quei marinai che hanno lottato per doppiarlo. E’ una sensazione fantastica”.
Se Ericsson 3 ha varcato lo scoring gate davanti a tutti, gran parte del merito va attribuito al navigatore Aksel Magdahl, che con una mossa a sorpresa è riuscito a staccare il resto della flotta navigando in Pacifico più a nord di tutti. “Due giorni fa abbiamo avuto una nottata difficile – ha detto, pensando esclusivamente al futuro della regata – dove abbiamo navigato solo con la tormentina. Ericsson 4 ha recuperato terreno su di noi, probabilmente perchè aveva più superficie velica. Noi abbiamo voluto essere più conservativi”.
Ian Walker, skipper di Green Dragon, ha voluto ringraziare il suo equipaggio. “E’ un segno del destino – ha detto – che Green Dragon, una barca irlandese, abbia doppiato Capo Horn nel giorno di San Patrizio, una festa nazionale. In questi attimi mi viene da pensare all’equipaggio eccezionale che ho a disposizione. Nessuno ha lesinato uno sforzo, anche se ammalato. Tutti si sono sempre messi a disposizione per aiutare il compagno”.
Ora è iniziata la risalita dell’Atlantico. Saranno 2.000 miglia decisive per l’esito della tappa più lunga della Volvo Ocean Race, analizzate dal meteorologo del Team Ericsson, Chris Bedford. “L’arrivo a Rio – ha detto – può avvenire con un vento molto leggero e, se all’ultimo la fortuna ti abbandona, si possono facilmente perdere posizioni. Questa tappa è ben lontana dal dirsi conclusa e per la vittoria finale non escluderei a priori nessuna delle quattro barche”. Parola di esperto.
Classifica provvisoria quinta tappa:
1. Ericsson 3: 1.990 miglia all’arrivo
2. Ericsson 4: + 44 miglia
3. Puma: + 134 miglia
4. Green Dragon: + 199 miglia
5. Telefonica Blue: + 754 miglia
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