lunedì 4 agosto 2025
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Trovare un cadavere in mare: cosa deve fare lo skipper secondo la legge

Cosa devo fare se trovo un cadavere in mare?
Cosa devo fare se trovo un cadavere in mare?

Oggi non è più molto difficile trovare dei cadaveri in mare ed è bene sapere cosa bisogna fare nel caso

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Incontrare un corpo senza vita in mare durante una navigazione da diporto è un evento raro, ma non impossibile. È una circostanza grave, che impone a chi comanda un'imbarcazione – solitamente lo skipper – una serie di comportamenti precisi, dettati non solo dal buon senso, ma anche da obblighi normativi ben delineati. Chi decide di ignorare l’evento o di non segnalarlo corre il rischio di incorrere in violazioni, anche gravi, del Codice della Navigazione.

Ma cosa dice davvero la legge? Quali sono i doveri e le responsabilità dello skipper, dell’equipaggio e degli ospiti a bordo in caso di un ritrovamento del genere?

Il vuoto normativo e i riferimenti applicabili

Va detto innanzitutto che il Codice della Navigazione non prevede in modo specifico l’obbligo di segnalare il rinvenimento di un cadavere. Esiste un articolo (art. 1227) che punisce l’omessa denuncia del ritrovamento di un relitto, ma nulla viene detto in modo esplicito sul caso di un corpo umano.

Questo vuoto legislativo, però, non esonera lo skipper da responsabilità. Il suo comportamento è comunque disciplinato da norme più generali e da princìpi fondamentali come la sicurezza, la solidarietà e il dovere di collaborazione con le autorità. In particolare, gli articoli 182, 490, 1231 e 1174 del Codice della Navigazione forniscono un quadro di riferimento normativo applicabile anche a questa situazione.

L’obbligo immediato: contattare l’Autorità Marittima

Il primo e più importante dovere dello skipper è quello di comunicare immediatamente il rinvenimento all’Autorità Marittima competente. La comunicazione deve avvenire senza indugi, preferibilmente via radio VHF sul canale 16, fornendo:

  • le coordinate GPS precise della posizione;
  • la descrizione del corpo (sesso, abbigliamento, stato apparente);
  • eventuali relitti o elementi di pericolo presenti in zona;
  • le condizioni meteo-marine.

L’obiettivo è consentire un rapido intervento della Guardia Costiera, che può attivare le procedure di recupero e identificazione del corpo e avviare le indagini giudiziarie.

Recuperare o non recuperare il corpo?

Un aspetto delicato riguarda il recupero fisico del cadavere. Lo skipper non ha l’obbligo assoluto di riportare il corpo a bordo. La legge gli impone piuttosto di valutare la sicurezza per sé, per l’equipaggio e per gli ospiti. Se le condizioni del mare, la manovrabilità dell’imbarcazione o l’inesperienza a bordo rendono pericolosa l’operazione, il comandante ha il dovere di astenersi dal recupero.

In questo caso, la prassi corretta è mantenere il contatto visivo con il corpo e attendere l’arrivo dei mezzi navali preposti, restando “sulla scena” e fornendo aggiornamenti alla Capitaneria di Porto. Al contrario, se il recupero è possibile senza rischi, lo skipper deve agire con la massima diligenza, evitando di alterare lo stato del corpo e degli indumenti, utili alle indagini successive.

Le conseguenze del mancato intervento

Cosa succede se lo skipper non segnala il cadavere e prosegue la navigazione? In questo caso, pur non trattandosi di reati penali gravi come l’occultamento di cadavere (che richiede un’azione attiva di nascondimento) o l’omissione di soccorso (che presuppone una persona viva), la sua condotta configura una violazione del Codice della Navigazione.

In particolare, l’art. 1231 punisce l’omessa denuncia di eventi straordinari come naufragi o scomparse di persone, e l’art. 1174 prevede sanzioni per chi infrange norme sulla sicurezza della navigazione. Nella maggior parte dei casi si tratta di illeciti amministrativi, ma possono comportare multe salate e, nei casi più gravi, perfino l’arresto.

A bordo, la responsabilità legale e decisionale resta in capo allo skipper. Ma anche l’equipaggio ha doveri precisi: deve eseguire gli ordini del comandante e assisterlo nelle operazioni di segnalazione o recupero. In alcune sentenze recenti si è riconosciuta una responsabilità anche a carico dell’equipaggio in caso di omissioni rilevanti.

Per quanto riguarda invece gli ospiti o passeggeri, non hanno obblighi giuridici diretti, ma se interrogati dalle autorità hanno il dovere civico di raccontare ciò che hanno visto, in quanto testimoni di un evento potenzialmente rilevante per un’indagine.

Conclusione: la sicurezza prima di tutto

In conclusione, chi si trova al comando di un’imbarcazione da diporto ha il dovere morale e giuridico di non ignorare mai un evento di questa gravità. Segnalare tempestivamente il rinvenimento di un cadavere, mantenere il contatto visivo e cooperare con la Guardia Costiera sono gesti che non solo rispettano la legge, ma anche il principio fondamentale della solidarietà in mare.

Chi invece decide di “fare finta di niente” e proseguire il viaggio rischia sanzioni e dimostra una pericolosa negligenza. La tragedia di chi ha perso la vita in mare merita rispetto. E la legge, in fondo, non fa altro che chiederci di agire con responsabilità, umanità e prudenza.

© Riproduzione riservata

   

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