Le regate d’altura rappresentano una sfida unica per barche ed equipaggi. Dalla Roma per Tutti al Fastnet, scopri le storie di regate d'altura straordinarie dove la preparazione è tutto.
PUBBLICITÀ
Le regate d’altura, dove con ciò s’intende una prova che prevede un tratto di navigazione di alto mare e almeno una notte in mare, negli ultimi anni stanno attirando sempre più appassionati e sono tra le regate con più partecipanti, in Italia e non solo.
Queste regate sono però impegnative per le barche e gli equipaggi, comportano anche un certo calcolo del rischio in relazione alle caratteristiche della propria barca e al livello del proprio equipaggio.
Per questo motivo World Sailing, la Federvela Internazionale, ha elaborato le cosiddette Offshore Special Regulations, una normativa apposita per le regate d’altura.
Le OSR servono innanzitutto a classificare le regate in base al grado di difficoltà (dal grado 0 delle transatlantiche alla categoria 4 delle costiere), assegnando a ogni categoria un certo livello di dotazioni di sicurezza obbligatorie, di caratteristiche delle barche e di aggiornamento per l’equipaggio.
In alcuni casi una parte dei memb
ligo di completare corsi formativi di primo soccorso o uno degli Offshore Personal Safety Training Course, i corsi di sopravvivenza richiesti da alcune manifestazioni. Lo sviluppo di questi regolamenti più restrittivi ha fatto sì che negli ultimi anni gli incidenti gravi durante le regate offshore siano diminuiti, a conferma che la preparazione meticolosa di barca ed equipaggio resta l’unica soluzione per mitigare i rischi della vela d’altura. In Italia una delle regate pioniere nel mondo dell’altura è stata la Roma per Tutti, giunta alla sua 31a edizione, anche se la più antica in Italia è la 500 di Caorle, che si corre fin dal 1974. La Roma ha avuto uno sviluppo segnato da un’edizione tragica, quella del 2004, spartiacque nella storia della regata. Quello della Roma per Tutti non sarà il solo esempio che citeremo per parlare della complessità delle regate offshore; toccheremo anche la Middle Sea Race del 2007 e la tragica Aegean 600 del 2024, un’altra regata che ha lasciato il segno. Tutti fatti che ci ricordano come il fascino indiscusso di queste regate, che rappresentano un sogno per molti velisti, non debba far perdere di vista il buon senso e la volontà ferrea di prepar
Contenuto riservato agli abbonati premium
Hai già un abbonamento? Effettua il login. Se hai il piano free, puoi passare al piano premium per leggere questo articolo.
Login
Se hai un abbonamento (free o premium), effettua il login.
Se hai il piano free, potrai effettuare l’upgrade dopo l’accesso.
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la nostra cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. Se vuoi negare il consenso interrompi la navigazione.
Accetto