Porto di Livorno, 10 aprile 1991. La marineria civile italiana vive la più grande tragedia dalla II guerra mondiale. Sono passate da poco le 22.00 quando il traghetto Moby Prince molla gli ormeggi per iniziare la traversata verso Olbia; a bordo ci sono 141 persone: 76 passeggeri e 65 membri d’equipaggio. L’arrivo è previsto alle 7.00 del mattino successivo, ma a destinazione il Moby Prince non arriverà mai perché, percorse appena due miglia, entrerà in collisione con l’Agip Abruzzo, una petroliera lunga più di duecento metri che contiene 82.000 tonnellate di greggio. L’11 aprile viene dichiarato ufficialmente il numero delle vittime: 140 morti, un solo superstite. Cosa è accaduto e, soprattutto, chi ha la responsabilità di una sciagura di questa portata?
“Quel giorno il porto di Livorno, più che uno scalo civile italiano, sembrava un porto militare statunitense.”
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