domenica 16 novembre 2025
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Balì Catamarans, il cantiere che ha cambiato per sempre il catamarano da crociera

Balì Catamarans nasce nel 2014 da Olivier Poncin e rivoluziona il mercato con soluzioni innovative, nuovi spazi di bordo e una crescita rapidissima nel settore.

Il Balì 38 Catsmart, è uno dei pochissimi catamarani da 38 piedi che ha il fly
Il Balì 38 Catsmart, è uno dei pochissimi catamarani da 38 piedi che ha il fly
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Balì Catamarans è uno dei pochissimi casi, nella storia della nautica, in cui in meno di dieci anni un cantiere nato dal nulla arriva a diventare una delle maggiori realtà del suo settore. Fondato da Olivier Poncin nel 2014, un ingegnere aeronautico incredibilmente eclettico e con una mente libera da ogni tipo di condizionamento culturale, il marchio si sviluppa rapidamente all’interno del gruppo Catana. Il cantiere Balì ha sede in Francia e opera attraverso più stabilimenti produttivi.

Quando arriva sul mercato nel 2014, Balì sembra essere l’ennesimo esperimento di un imprenditore facoltoso che vuole rompere le regole del gioco con un’idea poco intelligente. Ma chi ha sottovalutato questo signore distinto, che sembra più il dirigente di un istituto bancario che un genio fuori dagli schemi, si ricrederà molto velocemente.

I Balì sono catamarani che infrangono diverse regole: la prima è che non hanno le reti a prua che tutti i multiscafi possiedono; la seconda è che non hanno il grande pozzetto di poppa a cui siamo abituati nei catamarani da crociera. Due elementi che tranquillizzano la concorrenza, incapace di vedere una minaccia in barche così “strambe”.

Balì 4.6, il classico pozzetto della Balì senza reti, sostituite da un grande pozzetto prodiero
Balì 4.6, il classico pozzetto della Balì senza reti, sostituite da un grande pozzetto prodiero

La filosofia progettuale di Olivier Poncin

Poncin vede oltre l’orizzonte, guarda negli occhi i suoi futuri clienti, cerca di leggere davvero i loro desideri e capisce che la maggior parte di loro vuole una sola cosa da un catamarano: la comodità. Vogliono spazio, volume, e le società di charter vogliono esattamente lo stesso.

Le reti di prua? Sono utilissime – pensa Poncin – se fossero lunghe un terzo della barca e se si navigasse a quindici nodi saltando sulle onde oceaniche. Ma se le reti sono lunghe un quinto della barca e si naviga nel Mediterraneo in estate, diventano del tutto inutili. Così le elimina e al loro posto crea un pozzetto di prua che quasi raddoppia la superficie calpestabile. Poi apre una porta sulla parte prodiera della dinette, mettendola in comunicazione con la prua.

La dinette del Balì 5.2 presentato a Cannes 2025
La dinette del Balì 5.2 presentato a Cannes 2025

Guardando verso poppa, si chiede come creare più spazio nel salone e capisce che l’unico modo è osare ancora una volta: abolire il pozzetto di poppa. Tutta la concorrenza offre grandi pozzetti con prendisole all’ombra del tettuccio della tuga, oppure divani attorno a un grande tavolo per mangiare all’esterno.

Poncin allunga molto la dinette delle sue barche, “mangiando” buona parte del pozzetto di poppa, che diventa una fascia profonda poco più di un metro, con un unico divano lungo il coronamento. Ma qui arriva il colpo di genio: ispirandosi alle porte basculanti dei garage, rende basculante la paratia che divide il salone dal pozzetto. Questa può alzarsi fino a scomparire sotto il cielino del salone. Una volta attivato il meccanismo, si crea un unico grande spazio tra interno ed esterno: il divano della dinette diventa quello del pozzetto e il tavolo del pozzetto scompare lasciando il posto a quello della dinette.

L’evoluzione della gamma: i modelli che segnano il cambiamento

La soluzione piace moltissimo e Balì inizia a vendere bene, nonostante la critica non sia sempre benevola. Dalla sua parte ha il fatto di appartenere al gruppo Catana, un nome pesante nel mondo dei catamarani: molti appassionati di multiscafo sognerebbero di possederne uno. Il marketing di Balì ha gioco facile nel proiettare l’immagine positiva di Catana su un marchio nuovo che arriva a rivoluzionare molte regole.

Il primo modello Balì è il Balì 4.5, presentato al Cannes Yachting Festival 2014. L’anno successivo, nel 2015, arriva il primo modello a motore, il Balì 4.3 MY, versione motorizzata del Balì 4.3 a vela presentato nello stesso anno.

Glli interni del Balì 4.4, la barca che apre la via alla seconda generazione di catamarani Balì
Glli interni del Balì 4.4, la barca che apre la via alla seconda generazione di catamarani Balì

Ci sono due modelli che segnano l’inizio della seconda fase di crescita del marchio. Il primo è del 2021: il Catspace, un 40 piedi che estremizza ancora di più la ricerca di volume e spazio. È un catamarano di 12 metri che sembra un 15 metri.

Il secondo è del 2022, quando viene presentato il Balì 4.4. Questo 44 piedi rappresenta una svolta: finora Balì si era concentrata, come pianificato dal fondatore, nell’espansione della gamma. Con il 4.4 il livello qualitativo cresce sensibilmente. Dalle strutture al laminato tutto è più robusto e solido. Le finiture, il disegno dei mobili e l’arredamento in generale sono molto più curati. I materiali sono più pregiati e le lavorazioni più complesse.

Quando nel 2022 siamo saliti sul 4.4, ci è sembrato di trovarci a bordo di una barca di un altro cantiere: non riconoscevamo più i tratti tipici di Balì.

La strategia di Poncin e il successo attuale

Poncin aveva pianificato questo passaggio fin da prima di presentare il Balì 4.5 nel 2014. L’ingegnere francese pensava che, per avere peso internazionale e attirare acquirenti, fosse necessario prima costruire una gamma solida, dimostrare di essere un grande cantiere, e solo dopo alzare la qualità. E così è stato.

Oggi le barche Balì non hanno nulla da invidiare, in termini di solidità e finiture, ai catamarani della concorrenza.

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