
La tragedia nella Grande Barriera Corallina
Durante una crociera esclusiva nella Grande Barriera Corallina, in Australia, una donna di 80 anni è scesa a terra con un’escursione e si è allontanata dal gruppo. Quando la nave è ripartita, lei è rimasta sull’isola. L’equipaggio della Coral Adventurer, nave da crociera di lusso che navigava lungo la costa settentrionale australiana, si è accorto dell’incidente solo qualche ora dopo. La nave ha immediatamente invertito la rotta, ma al ritorno gli uomini sbarcati per cercarla hanno trovato la donna riversa a terra, senza vita. Le autorità locali hanno aperto un’inchiesta per chiarire la dinamica dell’accaduto.
La Coral Adventurer è una nave progettata per crociere di spedizione in aree remote, dove i passeggeri sbarcano tramite piccole imbarcazioni per esplorare isole e barriere coralline. Secondo le prime ricostruzioni, l’escursione era prevista sull’isola di Lizard Island, a circa 250 chilometri a nord di Cairns. Durante la visita, la donna si sarebbe allontanata dal gruppo, forse per camminare da sola. L’equipaggio avrebbe poi richiamato a bordo i partecipanti, ma senza accorgersi che mancava all’appello. Solo in serata, dopo la segnalazione della sua assenza, la nave è tornata indietro.
Le autorità australiane hanno avviato un’indagine per accertare eventuali responsabilità. La Australian Maritime Safety Authority incontrerà l’equipaggio a Darwin, tappa successiva della crociera, mentre la polizia del Queensland ha parlato di “morte improvvisa e non sospetta”, disponendo un rapporto per il medico legale. Nonostante sia evidente che l’errore principale riguardi il mancato controllo della presenza dei passeggeri a bordo, se si dovesse dimostrare che il decesso è collegato all’abbandono sull’isola, la responsabilità penale potrebbe ricadere anche sul comandante della nave.
Il caso ha sollevato interrogativi sulla sicurezza durante le escursioni organizzate dalle navi da crociera, soprattutto in contesti isolati come quello della Grande Barriera Corallina. Episodi simili, meno rari di quanto si pensi, evidenziano quanto sia fondamentale garantire procedure rigorose di controllo durante gli sbarchi e gli imbarchi. Un semplice errore di conteggio può trasformarsi in una tragedia, soprattutto in luoghi dove l’ambiente è ostile e i tempi di intervento sono lunghi. La vicenda rappresenta un monito per l’intero comparto nautico: la sicurezza dei passeggeri deve rimanere la priorità assoluta in ogni fase della navigazione.
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