
Il Gitana Team ha presentato a Lorient il nuovo Gitana 18, un maxi-trimarano di 32 metri che segna un ulteriore passo nell’evoluzione dei multiscafi foiling da oceano. Il progetto, voluto da Ariane de Rothschild e sviluppato dopo anni di studio, nasce con l’obiettivo di migliorare stabilità, controllo e affidabilità durante il volo in condizioni di mare reale, un tema centrale per barche che devono mantenere velocità elevate su lunghe distanze.

Il progetto Gitana 18
Il cuore del Gitana 18 è il sistema delle appendici, completamente ridisegnato rispetto ai modelli precedenti. I nuovi foil a “Y”, più grandi e con geometrie pensate per ampliare le possibilità di assetto, lavorano insieme alla doppia appendice verticale dello scafo centrale e ai timoni modificati per ridurre cavitazione e dispersioni. L’insieme mira a garantire un volo più continuo anche con onda formata, condizione che rappresenta ancora oggi il limite più evidente per i maxi-trimarani foiling. Le simulazioni parlano di incrementi significativi nelle velocità medie, con la possibilità di mantenere accelerazioni elevate anche quando il mare impone assetti più conservativi.
Appendici e struttura: il cuore dell’innovazione
La struttura della barca è stata ripensata in modo altrettanto profondo. Pozzetto, tuga e parte dello scafo centrale formano un’unica zona portante, studiata per assorbire meglio le sollecitazioni e aumentare la rigidità complessiva. L’albero, dotato di sartie dinamiche regolabili in navigazione, permette un controllo più preciso della potenza velica, un elemento che diventa decisivo quando la barca vola e subisce variazioni improvvise di carico.

Il progetto ha richiesto un lavoro enorme: oltre 50 mila ore di progettazione e più di 200 mila ore in cantiere. A collaborare non sono stati solo progettisti e ingegneri, ma anche una rete di fornitori specializzati che hanno contribuito a creare uno scafo estremamente sofisticato dal punto di vista strutturale e aerodinamico.
Identità visiva e filosofia del team
Un tratto distintivo del Gitana Team è sempre stato quello di unire tecnologia e identità visiva. Anche Gitana 18 segue questa linea: la livrea, sviluppata insieme agli artisti Quistrebert e al Palais de Tokyo, offre una lettura grafica contemporanea che accompagna le forme del trimarano senza interferire con la funzionalità. L’insieme rafforza il legame tra ricerca tecnica e comunicazione visiva, trasformando il maxi trimarano in una piattaforma di sperimentazione anche dal punto di vista dell’immagine.
Cosa cambia per la vela oceanica
Il nuovo Gitana arriva in un momento in cui l’intera classe dei maxi-trimarani sta cercando soluzioni per affrontare gli oceani a velocità sempre più alte senza superare il limite della sicurezza strutturale. Le prime navigazioni saranno decisive per capire quanto le scelte progettuali si tradurranno in prestazioni reali, ma già oggi è chiaro che Gitana 18 rappresenta un’evoluzione importante del settore. Il suo compito sarà dimostrare che un volo più stabile e prevedibile può cambiare il modo in cui queste barche affrontano migliaia di miglia di oceano.
Gitana 18 non è soltanto un nuovo capitolo per il team Edmond de Rothschild, ma un tassello che potrebbe influenzare anche la progettazione dei futuri multiscafi d’altura. Le prossime uscite in mare diranno quanto questo trimarano riuscirà a trasformare in pratica le promesse della progettazione, ma il segnale per il mondo della vela oceanica è già arrivato: il confine del foiling si è spostato ancora più avanti.
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