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mercoledì 29 ottobre 2025
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Gli Stati Uniti vendono all’asta il superyacht Amadea

Gli Stati Uniti hanno venduto all’asta l’Amadea, superyacht sequestrato all’oligarca russo Suleiman Kerimov. Un precedente che l’Europa sta cercando di seguire, ma che richiede il superamento di molti ostacoli legali e politici

Il SUperyacht Amadea sequestrato dagli Stati Uniti nel 2022 a un oligarca russo e ora venduto all'asta
Il SUperyacht Amadea sequestrato dagli Stati Uniti nel 2022 a un oligarca russo e ora venduto all'asta
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Negli Stati Uniti il governo ha concluso la vendita all’asta dell’Amadea, un superyacht di 106 metri costruito dal cantiere tedesco Lürssen, appartenuto — secondo Washington — all’oligarca russo Suleiman Kerimov, vicino al Cremlino. L’imbarcazione era stata sequestrata nel 2022 nelle Fiji, nell’ambito delle misure internazionali contro i beni riconducibili a cittadini russi sanzionati dopo l’invasione dell’Ucraina.

Dal sequestro alla vendita

L’Amadea, un gioiello del valore stimato di oltre 300 milioni di dollari, è rimasto per anni fermo in porto sotto custodia statunitense. Gli Stati Uniti hanno sostenuto che la proprietà reale fosse di Kerimov, nonostante un’altra figura — l’ex dirigente della compagnia petrolifera Rosneft, Eduard Khudainatov — ne avesse rivendicato la titolarità. Dopo una lunga battaglia legale, la giustizia americana ha dato ragione al governo, aprendo la strada alla vendita.

L’asta, organizzata con offerte sigillate e una cauzione di dieci milioni di dollari per partecipare, si è chiusa a ottobre 2025. Una soluzione necessaria, anche per alleggerire i costi di gestione che per mesi sono ricaduti sullo Stato: equipaggio, assicurazioni, carburante e manutenzione ammontavano a milioni di dollari l’anno.

Un precedente politico e giuridico

Il caso dell’Amadea è molto più di una semplice vendita. Segna un precedente importante: gli Stati Uniti hanno dimostrato di poter non solo sequestrare, ma anche disporre concretamente dei beni di lusso appartenenti a soggetti sanzionati.

È una mossa che rafforza il messaggio politico di Washington: chi sostiene, direttamente o indirettamente, la guerra o il regime russo, non può continuare a godere dei propri beni al riparo da ogni conseguenza.

Inoltre, i proventi della vendita, secondo quanto dichiarato dal Dipartimento di Giustizia, saranno destinati al sostegno dell’Ucraina, completando così un ciclo di “confisca a fini di solidarietà” che in Europa, invece, resta ancora irrealizzato.

L’Europa e il nodo della liceità

Dall’altra parte dell’Atlantico, la questione è ben più complessa.

Nel vecchio continente, non esiste ancora un quadro normativo univoco che consenta agli Stati di vendere i beni sequestrati a cittadini russi. Ogni paese si muove in base alle proprie leggi, e il risultato è una paralisi operativa: yacht, ville e jet restano bloccati nei porti e negli hangar, generando costi ma nessun ritorno.

In Italia, come in Francia o in Spagna, il sequestro è possibile, ma la vendita o l’utilizzo dei beni sequestrati solleva questioni giuridiche ancora irrisolte: chi può autorizzarla? A chi spettano i ricavi? E soprattutto, a chi appartengono davvero questi beni, spesso intestati a società offshore o trust con sedi nei paradisi fiscali?

Il caso americano lancia un messaggio chiaro: la rapidità decisionale conta.

Gli Stati Uniti hanno agito in pochi mesi, mentre in Europa, due anni dopo, si discute ancora di principio di legalità e diritto di proprietà. È un tema delicato, ma che tocca anche la credibilità politica del sistema europeo di sanzioni.

In assenza di un quadro chiaro, i beni restano fermi, i costi crescono e la giustizia perde efficacia. Servirebbe una normativa comune che consenta di passare dal sequestro alla liquidazione, prevedendo al contempo una destinazione trasparente dei proventi, ad esempio a favore delle vittime della guerra o per progetti di ricostruzione.

Oltre la geopolitica

Per il mondo della nautica, l’episodio dell’Amadea è un segnale tangibile: i grandi yacht non sono più soltanto simboli di lusso, ma anche strumenti al centro di questioni politiche e legali globali.

La capacità degli Stati Uniti di agire rapidamente su un bene di queste dimensioni dimostra che il potere di sanzione può avere effetti concreti — e che il confine tra ricchezza privata e responsabilità internazionale è oggi più sottile che mai.

La vendita del superyacht Amadea non è solo una notizia di cronaca giudiziaria, ma un banco di prova politico e morale.

Mentre Washington sceglie di trasformare un sequestro in un’azione concreta, l’Europa è ancora alla ricerca di una soluzione al dilemma sulla liceità di disporre dei beni sanzionati.

America e Europa, due culture molto diverse, così come è diverso il senso della giustizia e del diritto.

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