venerdì 5 dicembre 2025
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Gli USA puntano al ritorno in Coppa America con Riptide Racing

Riptide Racing prova a riportare gli Stati Uniti in Coppa America 2027. Strategia, budget, scadenze e tre scenari realistici sul futuro del team USA.

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Il possibile rientro degli Stati Uniti nella 38ª America’s Cup passa dal progetto lanciato da Riptide Racing, il team che ha annunciato l’intenzione di presentare una sfida per l’edizione 2027 di Napoli. Dopo il ritiro del precedente challenger americano, il movimento velico statunitense sembrava destinato a restare fuori dalla competizione per la prima volta nella storia della Coppa. Con l’iniziativa di Riptide, invece, questa prospettiva potrebbe cambiare.

La candidatura nasce all’interno del Seawanhaka Corinthian Yacht Club di Oyster Bay, New York, uno dei circoli storici della vela statunitense. Alla guida del team c’è Chris Poole, skipper affermato nel match race internazionale, che vede nella 38ª America’s Cup l’occasione per portare finalmente una sua squadra ai livelli più alti della vela mondiale. L’obiettivo è creare una struttura competitiva, con un’organizzazione snella ma orientata a entrare subito nel gruppo delle squadre sfidanti.

Per rispettare le tempistiche, Riptide Racing non prevede la costruzione di un AC75 ex novo. Il piano è acquisire una barca già disponibile da un team della precedente edizione, insieme al pacchetto tecnico associato, dalla componentistica ai sistemi elettronici fino alle vele e alle strutture di supporto. Questa scelta permette di ridurre tempi e costi, evitando la lunga fase di progettazione e costruzione di un nuovo scafo, pur lasciando aperta l’incognita sulla reale competitività dell’imbarcazione che il team riuscirà a ottenere.

Per trasformare il tentativo in una sfida ufficiale, Riptide Racing deve raccogliere un budget stimato intorno ai 50 milioni di dollari. La cifra comprende l’acquisto della barca, la campagna di allestimento, l’organizzazione logistica e gli stipendi del team sportivo e tecnico. Il regolamento della Coppa prevede che l’iscrizione debba essere formalizzata entro il 31 gennaio 2026: se entro quella data la raccolta fondi non sarà completa, la candidatura non potrà procedere.

Gli Stati Uniti sono la nazione che ha dato origine alla Coppa America e che l’ha difesa per oltre un secolo. Un’edizione senza un challenger USA rappresenterebbe una frattura simbolica nella storia dell’evento. La possibile entrata di Riptide Racing restituirebbe continuità alla tradizione e darebbe nuovo impulso a un movimento velico che, negli ultimi anni, ha faticato a mantenere un ruolo centrale sulla scena internazionale. Per il team sarebbe anche un’occasione per trasformare l’esperienza maturata nel match race in una campagna ai massimi livelli.

Il percorso resta complesso. Oltre al reperimento dei fondi, i principali ostacoli sono la disponibilità limitata di AC75 acquistabili, la necessità di assemblare rapidamente un team tecnico e sportivo completo e l’elevato livello di preparazione degli avversari già attivi da mesi. Nonostante queste difficoltà, l’annuncio di Riptide mantiene aperta una possibilità che sembrava chiusa e riporta gli Stati Uniti al centro del dibattito sulla 38ª America’s Cup.

Analisi dei possibili scenari per Riptide Racing

Per capire quali siano le reali possibilità di vedere Riptide Racing al via della 38ª America’s Cup è utile considerare i diversi sviluppi che possono verificarsi nei prossimi mesi. La riuscita o meno della raccolta fondi e l’accesso a una barca competitiva sono i due fattori che condizioneranno il destino del progetto.

Scenario 1: raccolta fondi completata e sfida ufficiale

Nel primo scenario, il più favorevole, il team raggiunge il budget minimo necessario entro gennaio 2026, acquisisce un AC75 competitivo e formalizza l’ingresso nella competizione. Gli Stati Uniti tornerebbero ufficialmente in Coppa America e Riptide diventerebbe un nuovo protagonista internazionale, entrando nella ristretta élite dei sindacati sfidanti. La scelta di acquistare un AC75 già pronto consentirebbe di iniziare subito l’addestramento, pur con qualche limite rispetto ai team che stanno sviluppando progetti completamente nuovi.

Scenario 2: budget parziale e progetto rinviato

In uno scenario intermedio, il team potrebbe riuscire a raccogliere solo una parte consistente dei fondi senza però raggiungere la cifra necessaria per sostenere una campagna completa. In questo caso le strade possibili sarebbero il ritiro del tentativo di sfida, il rinvio del progetto alla 39ª America’s Cup oppure la ricerca di una collaborazione con un team già presente, per non disperdere il lavoro svolto fino a quel momento. Per la vela americana sarebbe un risultato deludente, ma non significherebbe la fine del percorso avviato da Riptide.

Scenario 3: nessuna iscrizione e USA fuori dalla 38ª Coppa America

Nel terzo scenario, da non escludere, Riptide Racing non riesce a completare la raccolta fondi e non emergono nuove iniziative parallele. Gli Stati Uniti resterebbero così fuori dalla 38ª America’s Cup, dando vita alla prima edizione della storia senza un challenger americano. Le conseguenze sarebbero rilevanti: ulteriore indebolimento del movimento velico USA ai massimi livelli e minore appeal commerciale sul mercato statunitense, da sempre centrale per sponsor e diritti televisivi.

Il tentativo di Riptide Racing rappresenta oggi l’unico spiraglio concreto per riportare gli Stati Uniti in Coppa America. L’iniziativa è ambiziosa e costruita su una strategia realistica, ma resta legata a variabili economiche e tecniche che saranno decisive nei prossimi mesi. Dal successo della raccolta fondi e dalla capacità di mettere rapidamente in piedi una struttura competitiva dipenderà non solo il destino del team, ma anche la presenza americana nella più antica competizione velica del mondo.

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