venerdì 19 dicembre 2025
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Internet in barca nel 2026: Starlink corre, Amazon Leo insegue, la battaglia è aperta

Starlink è oggi il riferimento per internet in barca, ma Amazon Leo promette di cambiare il mercato dal 2026. Analisi, numeri e scenari futuri.

Una rampa di lancio di Starlink
Una rampa di lancio di Starlink
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Chi naviga oggi si accorge subito di una cosa: internet a bordo non è più un accessorio, ma una componente strutturale della navigazione. Meteo in tempo reale, cartografia aggiornata, lavoro da remoto, comunicazioni con terra e, per molti, anche semplice intrattenimento fanno ormai parte della vita in mare. In questo contesto, il nome che ha cambiato le regole del gioco è Starlink. Ma da qualche tempo all’orizzonte c’è un possibile concorrente: il sistema satellitare di Amazon, noto come Project Kuiper e oggi rinominato Amazon Leo, fortemente voluto da Jeff Bezos. La domanda è inevitabile: Amazon Leo può davvero diventare un’alternativa credibile per chi va in barca?

Starlink, una soluzione già matura per la navigazione

Dal punto di vista dell’utente nautico, Starlink ha un vantaggio molto concreto: esiste, funziona ed è già diffuso. Al momento circa 72.000 tra navi e barche utilizzano Starlink per le loro comunicazioni via internet, un dato che rende bene l’idea della penetrazione raggiunta dal sistema nel settore marittimo.

La costellazione di satelliti in orbita bassa è ormai imponente e garantisce una copertura continua anche in movimento, una caratteristica fondamentale per chi naviga. Non si tratta solo di velocità di picco, ma di stabilità del collegamento, di tempi di risposta ridotti e della capacità di mantenere la connessione anche lontano dalla costa. È questo insieme di fattori che ha reso Starlink una scelta quasi obbligata per molti armatori, professionisti e operatori del charter.

Amazon Leo, l’ambizione di Bezos passa dallo spazio

Amazon non è entrata in questo mercato per fare da comparsa. Jeff Bezos sta investendo miliardi di dollari per costruire una propria costellazione in orbita bassa, con un investimento previsto pari a quello messo in campo da Elon Musk per Starlink, circa 10 miliardi di dollari. L’obiettivo dichiarato è offrire connettività globale attraverso una rete satellitare proprietaria.

Il progetto Amazon Leo nasce con ambizioni industriali molto chiare: migliaia di satelliti, terminali dedicati e una rete pensata per integrarsi con l’enorme infrastruttura tecnologica del gruppo Amazon. L’idea non è solo fornire accesso a internet, ma farlo all’interno di un ecosistema più ampio, capace di servire utenti consumer, aziende, trasporti e grandi flotte.

Dal punto di vista produttivo, Amazon ha impostato un ritmo particolarmente sostenuto. Attualmente le linee di assemblaggio sono in grado di costruire fino a cinque satelliti al giorno, un dato che lascia prevedere una rapida crescita del numero di satelliti Amazon Leo in orbita nei prossimi mesi.

Il fattore tempo e il peso della costellazione

Il vero nodo della competizione, però, resta il tempo. Starlink ha iniziato prima e ha già riempito il cielo con migliaia di satelliti operativi. Amazon Leo è ancora nella fase di costruzione della rete: i primi satelliti sono stati lanciati e i test sono in corso, ma la copertura globale richiede numeri molto più elevati.

Nel settore satellitare questo dettaglio è decisivo. Un numero maggiore di satelliti significa maggiore continuità del servizio, soprattutto in mare aperto, dove non esistono reti terrestri di supporto e ogni interruzione pesa molto di più rispetto a quanto accade a terra.

Promesse tecnologiche e prova del mare

Dal punto di vista tecnologico, Amazon promette molto: terminali evoluti, velocità elevate e un servizio pensato anche per utenti professionali. Sulla carta, nulla vieta ad Amazon Leo di raggiungere, e in alcuni contesti persino superare, le prestazioni di Starlink.

Tra una promessa industriale e un servizio realmente affidabile per chi naviga, però, c’è l’esperienza sul campo. Installazioni reali, consumi energetici, comportamento delle antenne con mare formato e continuità del segnale durante le traversate sono elementi che solo l’uso quotidiano può mettere davvero alla prova.

È su questo terreno che oggi Starlink resta avanti. Non per una questione di immagine o di marchio, ma perché ha già affrontato la prova del mare. È utilizzato su barche da crociera, yacht e navi da lavoro, e i suoi limiti sono ormai noti tanto quanto i suoi punti di forza.

Questo non significa che il progetto di Bezos sia destinato a restare indietro. Al contrario, l’ingresso di un secondo grande operatore potrebbe avere un effetto positivo sull’intero settore, portando maggiore concorrenza, prezzi più equilibrati e soluzioni più diversificate.

Oggi Starlink rappresenta la scelta più solida e immediata per l’internet in barca. Amazon Leo è invece una scommessa sul futuro: credibile, ben finanziata e tecnicamente ambiziosa, ma ancora in fase di costruzione. Se Amazon riuscirà a colmare rapidamente il divario in termini di copertura e affidabilità, il confronto diventerà davvero interessante.

Un elemento da non sottovalutare è il fattore prezzo. Amazon Leo prevede di aprire la vendita degli abbonamenti nel 2026 e, considerando che oggi le tariffe di Starlink sono elevate, una proposta più competitiva potrebbe consentire ad Amazon di scalare rapidamente quote di mercato. Fino ad allora, la competizione resta più visibile nei piani industriali che nelle rotte percorse dalle barche.

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