
Alle 16:35 del 23 giugno 2025, la nave Morning Midas è affondata nelle acque profonde del Pacifico settentrionale, a 360 miglia nautiche dalla terraferma. Il disastro è avvenuto dopo quasi tre settimane di tentativi falliti di contenere un violento incendio scoppiato a bordo il 3 giugno. La nave, una car carrier varata nel 2006 e lunga 183 metri, trasportava oltre 3.000 veicoli, tra cui quasi 750 tra elettrici e ibridi, oltre a carichi pericolosi di carburanti.
Una lotta contro il tempo e le fiamme
L’incendio è iniziato mentre la Morning Midas, battente bandiera liberiana e gestita dalla Zodiac Maritime per conto della compagnia cinese Saic Anji Logistics, navigava in direzione del porto di Lázaro Cárdenas, in Messico. Salpata da Yantai, in Cina, il 26 maggio, la nave si trovava a sud-ovest dell'isola di Adak, in Alaska, quando l’equipaggio ha avvistato fumo proveniente da un ponte dove erano stivati veicoli elettrici.
I marittimi hanno attivato le procedure antincendio e utilizzato il sistema di soppressione a CO₂, ma il fuoco si è rivelato inarrestabile. Secondo le prime ricostruzioni, la presenza di batterie agli ioni di litio ha reso l’incendio particolarmente difficile da spegnere, un problema già noto in casi simili. Dopo ore di tentativi, il comandante ha ordinato l’evacuazione dell’equipaggio. Tutti i 22 membri sono stati tratti in salvo dalla Cosco Hellas, intervenuta insieme alla Guardia Costiera statunitense.
Una nave alla deriva in fiamme
Abbandonata, la Morning Midas è rimasta alla deriva in preda alle fiamme per giorni. La Zodiac Maritime ha incaricato la società specializzata Resolve Marine di coordinare il soccorso. Il primo rimorchiatore, Gretchen Dunlap, è arrivato il 9 giugno dopo sei giorni di navigazione, troppo tardi per contenere l’avanzata delle fiamme e dei gas tossici. Solo l’11 giugno è stato possibile agganciare un cavo per stabilizzare la nave. Ma era già evidente che lo scafo era gravemente danneggiato.
Il 15 giugno è giunto in zona anche il rimorchiatore Garth Foss, dotato di attrezzature antincendio più avanzate. Le analisi termiche sembravano indicare che il fuoco fosse spento, ma le immagini aeree mostravano chiaramente la devastazione: i ponti veicolo erano stati attraversati dalle fiamme da prua a poppa, e i danni strutturali erano critici.
Una fine inevitabile
Il peggioramento delle condizioni meteo – con onde di quasi due metri e venti fino a 50 nodi – ha aggravato ulteriormente la situazione. Il rischio di sbandamenti interni dovuti al materiale bruciato e instabile era concreto. Il 23 giugno, la nave ha ceduto, affondando a circa 5.000 metri di profondità, portando con sé 3.048 veicoli, 350 tonnellate di gasolio e 1.530 tonnellate di olio combustibile a basso tenore di zolfo. Data la profondità, eventuali operazioni di recupero saranno estremamente complesse, se non impossibili. Due rimorchiatori sono rimasti sul posto per monitorare l’area e contenere l’inquinamento.
Un disastro ambientale e industriale
L’affondamento della Morning Midas rappresenta non solo una grave perdita economica per gli operatori coinvolti, ma anche un potenziale disastro ambientale. Il carico di carburanti e le componenti chimiche delle batterie delle macchine elettriche sollevano preoccupazioni sulla contaminazione delle acque profonde. È ancora troppo presto per stimare l’impatto ambientale a lungo termine.
Un problema ricorrente nel settore
Quello della Morning Midas non è un caso isolato. Nel 2022, la Felicity Ace affondò nell’Atlantico con 4.000 veicoli di lusso a bordo dopo un incendio durato settimane. Negli ultimi dieci anni, si contano almeno tredici incendi gravi su navi car carrier: due affondamenti, sei perdite totali, sei vittime tra marittimi e operatori portuali.
Il trasporto marittimo di veicoli elettrici, sempre più diffuso, pone sfide importanti in termini di sicurezza. Le batterie al litio, se non correttamente gestite, possono diventare il punto debole di un’intera filiera logistica. Il caso della Morning Midas potrebbe quindi diventare centrale nel dibattito internazionale su nuove normative e protocolli antincendio per le navi cargo del futuro.
Perché le batterie al litio sono pericolose

Le batterie al litio possono surriscaldarsi rapidamente e innescare un fenomeno noto come thermal runaway:
- Un aumento della temperatura interna può causare una reazione a catena che rilascia gas infiammabili ed esplosivi.
- Se una singola cella prende fuoco, può trasmettere l’incendio alle celle vicine, rendendo quasi impossibile spegnere il fuoco con i mezzi tradizionali.
Emissione di gas tossici e corrosivi
- Durante la combustione, le batterie al litio emettono gas tossici (come fluoruri e idrogeno) pericolosi per l'equipaggio e per l'ambiente.
- Fumi corrosivi possono danneggiare gravemente l'elettronica di bordo e le strutture della nave.
- Le batterie al litio possono riaccendersi anche dopo essere state spente, se non sono completamente raffreddate.
- I sistemi antincendio standard (come CO₂ o estintori a polvere) spesso non sono efficaci contro incendi interni delle celle.
In ambito navale, queste caratteristiche le rendono una minaccia seria, perché:
- Le condizioni di spazio chiuso favoriscono l'accumulo di calore e gas.
- Un incendio può diffondersi rapidamente ad altri carichi.
- Le operazioni di salvataggio in mare aperto sono complesse e rischiose.
La crescente diffusione di veicoli elettrici nel trasporto marittimo sta portando autorità e compagnie di navigazione a rivedere le norme di sicurezza e i protocolli antincendio.
Tre barche a vela perse a causa delle batterie al litio
Le batterie al litio non sono pericolose solo sui mercantili. Anche diverse barche a vela sono andate perdute in seguito a incendi innescati da malfunzionamenti di questi accumulatori. Ecco tre casi documentati:
1. Outremer 51 – Oceano Atlantico (2021)

- Tipo: Catamarano a vela
- Dinamica: Durante una traversata atlantica, l’impianto elettrico al litio ha subito un surriscaldamento improvviso. Le batterie, collocate in un compartimento tecnico, hanno preso fuoco.
- Esito: L’equipaggio ha lanciato il mayday ed è stato salvato da una nave commerciale. Il catamarano ha continuato a bruciare fino all’affondamento.
- Nota: Caso discusso su forum tecnici come esempio dei rischi delle batterie mal installate.
2. Jeanneau Sun Odyssey 440 – Mediterraneo (2022)

- Tipo: Monoscafo da crociera
- Dinamica: Un corto circuito su un banco di batterie al litio in refitting ha provocato un incendio nel locale tecnico vicino alla cucina.
- Esito: Barca distrutta. L’equipaggio ha evacuato in sicurezza. Intervento dei vigili del fuoco in rada.
- Particolarità: L’impianto era stato recentemente aggiornato con pannelli fotovoltaici e inverter, ma senza protezioni termiche.
3. Lagoon 42 – Caraibi (2023)

- Tipo: Catamarano a vela
- Dinamica: Un incendio è scoppiato nel vano batterie durante la ricarica da generatore. Le fiamme si sono propagate rapidamente.
- Esito: Barca affondata dopo ore di incendio. L’equipaggio ha trovato soccorso da un'altra imbarcazione.
- Nota: Il caso ha sollevato preoccupazione nella community di armatori Lagoon.
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