
Un sogno trasformato in incubo. James “Jemsie” Nunan, 34 anni, britannico originario di Reading, aveva deciso di lasciare il lavoro da muratore per inseguire un’avventura che molti marinai sognano e pochi hanno il coraggio di affrontare: un giro del mondo in solitaria a bordo del suo yacht, il Kehaar. Con lui, come unico compagno di viaggio, c’era il suo inseparabile cane Thumbelina, un Jack Russell di appena 18 mesi.
Il suo viaggio si è interrotto bruscamente il 18 agosto a Gran Canaria, quando di lui si sono perse le tracce. La sua barca è stata ritrovata una settimana dopo alla deriva, a 80 miglia dalla costa, con il cane vivo a bordo ma senza il suo capitano. Da allora, sulla sorte di Nunan aleggia un mistero che la famiglia non riesce ad accettare come un semplice incidente e che probabilmente non lo è.
L’ultima notte a Las Palmas
Il 18 agosto James aveva condiviso una diretta su Facebook dalla Playa del Confital. Sembrava in ottima forma, entusiasta per le prossime tappe del viaggio. Quella sera è stato visto in un pub irlandese del porto, il Paddy’s Anchor, e poco dopo in un fast food della zona. Testimoni hanno raccontato che appariva molto ubriaco, al punto da faticare a reggersi in piedi. In quelle ore avrebbe anche subito il furto dello zaino, con dentro documenti e passaporto.
Il giorno successivo risulta che il documento sia stato denunciato come smarrito o rubato al consolato irlandese di Gran Canaria. Ma da quel momento, di James non ci sono più prove certe.
Il ritrovamento dello yacht
Il silenzio ha spinto i familiari, dopo quattro giorni senza notizie, a lanciare l’allarme. La Guardia Costiera spagnola ha iniziato le ricerche e il 25 agosto ha localizzato il Kehaar, alla deriva in oceano. A bordo tutto sembrava in ordine, tranne l’assenza del velista. Thumbelina, il cane, era viva e in buona salute, affidata poi a un rifugio dell’isola.
Per gli investigatori non ci sono indizi evidenti di violenza. Ma la scena – uno yacht integro, senza tracce di lotta, con a bordo l’animale salvo – non basta a spiegare cosa sia successo al suo skipper. Ubriaco è caduto in mare? Oppure qualcuno ha spinto fuori dal porto la barca per far pensare che fosse partito? Forse più plausibile la prima ipotesi, meno la seconda, perché con le correnti della zona servirebbero più di 5–6 giorni per allontanarsi di 100 miglia con una barca a vela alla deriva.
Un mistero ancora aperto
Tuttavia Nikita Goddard, sorellastra di James, non crede alla tesi della caduta accidentale in mare. “Non è da lui sparire così. Più passa il tempo e più sento che qualcosa non torna. Non posso accettare che sia semplicemente caduto per colpa dell’alcol”, ha dichiarato ai media. Il padre è volato a Gran Canaria per seguire da vicino le indagini, mentre parenti e amici continuano a lanciare appelli sui social chiedendo di non interrompere le ricerche.
Le autorità spagnole stanno passando al setaccio telecamere di sorveglianza, tabulati telefonici e movimenti bancari, con il supporto della polizia britannica e dell’Interpol. Ma finora nessuna pista si è rivelata decisiva.
Il caso di James Nunan resta sospeso tra speranza e paura. Un uomo determinato, un velista solitario che aveva scelto il mare per cambiare vita, improvvisamente scomparso nel nulla. Il ritrovamento dello yacht e del suo cane vivo mantiene accesa una fragile speranza, ma lascia anche molte domande irrisolte.
Per la famiglia, quella del 18 agosto non è stata solo la notte in cui James è scomparso: è stata l’inizio di un incubo che non potrà finire finché non emergerà la verità.
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