sabato 23 agosto 2025
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Germania Vs Italia: due modi diversi di soccorrere una barca a vela in difficoltà

In Germania in un soccorso in mare, una barca viene trainata. In Italia si sarebbero recuperate le persone e abbandonata la barca: ecco perché i protocolli di soccorso sono così diversi.

La barca con bandiera svedese che ha lanciato il mayday, viene traianata verso il porto.
La barca con bandiera svedese che ha lanciato il mayday, viene traianata verso il porto.
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Richiesta di soccorso in alto mare

Martedì mattina 10 giugno un pattugliatore della Guardia Costiera tedesca intercetta la richiesta di aiuto di una barca a vela di 14 metri con due persone a bordo. L’imbarcazione, un due alberi attrezzato per la navigazione d’altura, batte bandiera svedese.

In mare le onde sono molto alte, stimate sui quattro metri, e il vento soffia con picchi oltre i 60 nodi. La barca ha perso l’uso del motore e i due a bordo, con quel vento, non se la sentono di issare le vele. Temono che, traversandosi al mare, l’imbarcazione possa capovolgersi.

Iniziano i soccorsi

Il pattugliatore rilancia l’allarme e resta nelle vicinanze dell’imbarcazione, mantenendo il contatto con l’equipaggio. Dopo circa 45 minuti, arriva una motovedetta della DGzRS, l’organizzazione tedesca di salvataggio in mare composta da volontari.

Fino a questo momento il protocollo seguito non differisce da quello che si adotterebbe in Italia: avvistamento, rilancio del soccorso, intervento di una unità di salvataggio. Anzi, nel nostro Paese, viste le condizioni del mare, probabilmente sarebbero stati coinvolti più mezzi. Ma da qui in poi, i due modelli di soccorso divergono profondamente.

Il traino della barca

Quando l’unità della DGzRS raggiunge l’imbarcazione, i soccorritori riescono, seppure con difficoltà, a comunicare con l’equipaggio svedese per verificare le loro condizioni e quelle della barca, che risulta non imbarcare acqua e non essere in procinto di affondare.

A questo punto, i soccorritori decidono di non organizzare un trasbordo, come avrebbe fatto la Guardia Costiera italiana. Preparano invece un lungo cavo di traino, agganciano l’imbarcazione e fanno rotta verso il porto, seguiti a distanza dal pattugliatore.

In Italia, con ogni probabilità, sarebbe stato richiesto l’intervento di un elicottero per prelevare i naufraghi e la barca sarebbe stata lasciata alla deriva.

Si torna in porto, soccorso terminato

La barca viene riportata in porto e i due membri dell’equipaggio, visitati da un medico per controlli di routine, tornano presto a bordo per iniziare le riparazioni necessarie. L’obiettivo è riprendere il mare nel giro di pochi giorni.

Ma il dato più rilevante è un altro: in mare non è stato lasciato alcun relitto alla deriva, potenziale pericolo per la navigazione, soprattutto notturna.

Perché in Italia no?

La domanda sorge spontanea: perché in Italia un soccorso simile non può avvenire nello stesso modo? Perché la Guardia Costiera italiana preferisce trasbordare l’equipaggio e abbandonare la barca, anziché trainarla in porto, anche quando è ancora perfettamente recuperabile?

© Riproduzione riservata

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