
Giorno dopo giorno escono nuove informazioni sul Bayesian, nuovi particolari che orientano in una direzione o in un’altra le diverse teorie che intorno a questo naufragio aleggiano.
Il particolare emerso in questi giorni e che ci è sembrato importante riguarda un piccolo scoop che la Trasmissione Quarta Repubblica ha sfiorato senza però riuscire a coglierlo.
Le testimonianze sul vento di Karsten Börner
Sino a oggi l’unica testimonianza relativa all’intensità del vento nella notte del 19 agosto del 2024 è quella del comandante del Sir Robert Baden Powell, l’olandese Karsten Börner.
Karsten, in un primo momento, nell’immediatezza dell’evento, disse che nel momento di maggior intensità del vento aveva guardato l’anemometro e visto che segnava 41 nodi, salvo poi, dopo diverse settimane, dire che forse il vento aveva raggiunto i 65 nodi.
Nella zona di Porticello non ci sono strumenti che rilevano il vento, né i centri meteo hanno monitorato quella parte di mare, quindi non si hanno notizie certe sull’intensità del vento di quella notte.
Alcuni video dicono che il vento non era particolarmente forte, tanto che le piccole barche che sono riprese sulla spiaggia sono ferme e non vibrano o si spostano come accade quando ci sono forti raffiche.
Il video di Quarta Repubblica e la prova dell’anemometro

Adesso però, la trasmissione Quarta Repubblica, senza volerlo, ci ha fornito una prova certa: il vento, nel momento in cui a bordo della barca si è spento tutto, aveva superato i 60 nodi.
Nella trasmissione del 30 giugno, il conduttore della trasmissione mostra un video del relitto del Bayesian, e nel video si vede uno strumento della direzione del vento che si è bloccato quando indicava che il vento colpiva la barca sul lato sinistro, quasi al giardinetto.

Nicola Porro, il giornalista che conduce la trasmissione, si sofferma su questo strumento ignorando del tutto uno strumento che gli è a fianco e che pensiamo sia molto importante, soprattutto se messo in relazione con il primo: un anemometro.
Si tratta di un B&G H3000 con scala 0-60 nodi, ha la lancetta che si è fermata a fondo scala. Ciò significa che nel momento in cui a bordo del Bayesian si è fermato tutto, la barca esponeva al vento il suo fianco sinistro e questo è stato colpito da una raffica superiore ai 60 nodi.
Durante la trasmissione si è visto bene come la lancetta abbia superato l’ultimo numero riportato sul quadrante, 50, e sia arrivata a fondo corsa, che, anche se non lo riporta per iscritto, è collocata a 60 nodi.
Una testimonianza che torna credibile
Quindi la testimonianza di Karsten Börner circa i 65 nodi, che in un primo momento non avevamo ritenuto attendibile, convinti che quanto si dice nell’immediatezza dell’evento sia più attendibile di quanto si dice a settimane di distanza, è da ritenersi attendibile. Il vento, negli ultimi 4 minuti prima dell’abbattimento del Bayesian sull’acqua, ha raggiunto un picco superiore ai 60 nodi, il che vuol dire che poteva essere 70, come 80 nodi.
Quest’informazione, unita a quanto già sappiamo completa una parte importante del quadro generale.
Il ruolo dell’AVS e le condizioni del Bayesian
Il Bayesian, con una raffica di 64 nodi su un fianco, nella configurazione in cui si trovava la notte della tragedia — ovvero a secco di tela, con la chiglia alzata e i liquidi non al massimo — avrebbe superato l’AVS (Angle of Vanishing Stability), ovvero l’angolo di sbandamento oltre il quale non sarebbe tornato in posizione eretta. Angolo che per il Bayesian, in deroga ai regolamenti internazionali, era di soli 70,6 gradi.
Sappiamo anche che a 42 gradi di sbandamento la barca avrebbe messo in acqua le grandi bocche di areazione della sala macchina, cosa che avrebbe procurato, a meno che non fossero state chiuse, un allagamento veloce della sala macchina.
La sequenza degli eventi prima dell'affondamento del Bayesian
Prima delle ore 4:00 del 19 agosto 2024
Il Bayesian era stabile sull’acqua e il vento non era particolarmente forte.
Ore 4:00
Arriva un colpo di vento molto violento che strappa il tendalino del flybridge. È l’inizio del caos. Inizia un rapido peggioramento della situazione, che porterà all’affondamento dell'imbarcazione.
Ore 4:04
La barca si piega su un lato. Le telecamere di bordo smettono di trasmettere. In quegli istanti, il Bayesian imbarca una grande quantità d’acqua. Il danno è ormai irreparabile.
Ore 4:06
Si attiva automaticamente l’EPIRB, il dispositivo di emergenza che segnala la posizione della barca in pericolo. Questo dato, incrociato con la fine della trasmissione AIS, conferma che il Bayesian è affondato.
Ciò che è fondamentale comprendere è quanta acqua abbia imbarcato il Bayesian nei pochi minuti in cui è rimasto inclinato sulla superficie del mare prima di sparire sott’acqua. Secondo le stime, per far affondare completamente lo yacht erano necessari tra gli 800 e i 900 metri cubi d’acqua. Un volume paragonabile a tre appartamenti da 90 mq con soffitti alti tre metri, completamente riempiti d’acqua.
Le domande aperte sul comportamento dell’equipaggio
Stabilito il volume d'acqua necessario all’affondamento, resta un’altra domanda cruciale: nei momenti precedenti all'intensificarsi del vento, quando era ormai evidente che l’ancora aveva ceduto e il Bayesian stava andando alla deriva, cosa è successo a bordo? E dopo il colpo di vento, quando la barca si è abbattuta sulla superficie del mare, come hanno reagito l’equipaggio e i passeggeri?
Un pezzo alla volta, il quadro si sta ricomponendo. Alla fine, forse, riusciremo a risolvere il mistero di quel tragico affondamento.
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