
Alla prima manovra d’ormeggio dopo mesi di stop è facile sbagliare. Ecco i gli 8 errori più comuni, come evitarli per ormeggiare bene e senza stress
Dopo molti mesi di vita in città, quando si affronta la prima manovra d’ormeggio della stagione è facile che non tutto vada per il verso giusto. Soprattutto se la barca che stiamo portando non è nostra, ma presa in charter, è probabile che quella che ci apprestiamo a fare sia la prima vera manovra dopo molti mesi – forse addirittura dalla scorsa estate.
Portare una barca non è come guidare un’auto: per fare lo skipper serve ritrovare la giusta prospettiva, osservare i dettagli e recuperare quella sensibilità che, dopo una lunga pausa, si perde. Anche i più esperti hanno bisogno di un periodo di riadattamento.
Uno dei momenti in cui ci si accorge di aver perso l’occhio è proprio il primo ormeggio della stagione.
Vediamo insieme gli 8 errori più comuni che si fanno nel primo ormeggio della stagione.
1. Dimenticare la preparazione base della barca
I primi errori riguardano la preparazione della barca all’ormeggio. D’altronde, durante l’inverno non ci viene mai in mente di preparare l’auto per parcheggiarla, quindi non è difficile dimenticare la preparazione di base:
- Cime d’ormeggio addugliate e pronte al lancio
- Parabordi posizionati correttamente prima di entrare in porto
- Mezzo marinaio a portata di mano
- Plancetta aperta o chiusa, a seconda di come si preferisce fare la manovra
Il consiglio è: prima di entrare, fermiamoci fuori dal porto e ripassiamo mentalmente tutto quello che sappiamo sull’assetto da ormeggio di una barca a vela. Avere una barca ben preparata per entrare in porto è essenziale per fare una buona manovra.
2. Non avvisare la torre del marina
Un errore comune è non avvertire la torre del marina e non chiedere assistenza all’ormeggio. Se la giornata è tranquilla, ci si illude che la manovra sarà semplicissima. Ma la semplicità appartiene al passato, quando si era allenati. Oggi è la prima volta dopo mesi: forse le cose non saranno così semplici.
3. Non coinvolgere l’equipaggio
Molti dimenticano che non stanno navigando da soli. Se siete su una barca da charter e avete appena ricominciato a navigare, è probabile che il vostro equipaggio sia altrettanto arrugginito.
Evitate la scena dello skipper che grida comandi a vuoto: prendetevi cinque minuti per spiegare bene cosa fare a tre persone del vostro equipaggio, come:
- Come si adduglia una cima e si passa sotto la battagliola
- Dove posizionarsi
- Come recuperare il corpo morto a prua
Non preparare l’equipaggio ad aiutarvi è un errore grave.
4. Non controllare il vento
Un errore classico: dimenticare di controllare il windex (banderuola, indicatore di direzione del vento). Quando si fa una manovra d’ormeggio, bisogna sapere esattamente da dove arriva il vento. Il modo più semplice? Guardare i segnalatori in testa d’albero delle barche vicine al posto che ci interessa.
5. Non conoscere pescaggio e trasmissione
Se non conosciamo bene la barca, prima di ormeggiare è fondamentale farsi delle domande:
- Quanto pesca la barca?
Un Oceanis 43 (versione charter) può pescare 1,65 m; un First 44 va da 2,15 a 2,60 m. - Che trasmissione ha?
Linea d’asse o S-drive?
Sapere quanto pesca la propria barca è essenziale non solo per entrare in porto, ma anche per navigare sotto costa. Conoscere il tipo di trasmissione è altrettanto importante, perché a seconda del sistema si affronta la manovra in un modo o in un altro.
Stabilita la direzione del vento, chiarito che non toccheremo sul fondale e sicuri che il marina ci stia per inviare un gommone di supporto, cominciamo la manovra.
6. Lasciarsi prendere dal nervosismo
Stiamo per iniziare la manovra e, come spesso accade, si alza una leggera brezza. È il momento peggiore per agitarsi. Ora bisogna rimanere calmi e freddi.
Mettiamo giù il monoleva solo quel tanto che basta ad agganciare la marcia, senza dare gas.
Pochi secondi e poi rimettiamolo in posizione di folle. È essenziale che la barca proceda lentamente in relazione all’intensità del vento. Giriamola e mettiamola nella posizione da cui iniziare la retromarcia. Questa varia a seconda del tipo di trasmissione della barca.
7. Gridare ordini inutili
Non serve gridare ordini all’ormeggiatore che è arrivato con il gommone. Lui è alla decima manovra della giornata e sa perfettamente cosa fare. Se proprio non vi fidate, dite semplicemente di reggervi la prua, nient’altro. Lui si metterà contro la vostra prua sottovento e vi reggerà per non farvi scadere.
8. Chiudere le cime di poppa prima di cazzare il corpo morto
Un errore grave è chiudere le cime di poppa prima di cazzare il corpo morto. Così facendo, chi si occupa del corpo morto farà molta fatica a cazzare la trappa e voi rischiate di ritrovarvi con la poppa addosso alla banchina.
Quando si arriva in banchina, l’equipaggio lancia le cime e le recupera a doppino. A questo punto, mentre un membro dell’equipaggio avanza con fatica verso prua portando con sé la trappa del corpo morto, avete due scelte: una sbagliata e una intelligente.
Quella intelligente è ordinare di tenere le cime di poppa morbide e assecondare il movimento della barca. Verificate che la poppa sia libera da cime in sospensione (potete chiederlo all’ormeggiatore), quindi date un brevissimo colpo di marcia avanti. Avanzate di cinque o sei metri.
L’uomo di prua, senza fatica, cazzerà il corpo morto e lo chiuderà in galloccia. A quel punto, date marcia indietro: la barca tornerà verso la banchina mettendo in tiro il corpo morto. Solo allora ordinate di cazzare e chiudere le cime d’ormeggio e godetevi l’applauso di chi ha seguito la manovra in banchina.
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