Piloti automatici: come sono fatti e a cosa servono. Andiamo a scoprire tutte le caratteristiche di un valido compagno di bordo.
GUIDE DI CHARTER
L’autopilota per le barche a vela è un accessorio che negli ultimi anni ha raggiunto un livello di efficienza tale da essere diventato un aiuto irrinunciabile per i diportisti e non solo, dato che anche nel mondo delle regate i piloti automatici sono diventati imprescindibili.
Nelle loro declinazioni moderne i piloti sono configurati per interfacciarsi con il cartografico, il radar e il GPS. In molti casi le aziende produttrici dispongono anche di app che consentono di rinviare il controllo del pilota anche su dispositivi mobili come i tablet, per averlo sempre sotto controllo in qualunque momento quando siamo in barca.
Si tratta di uno strumento che ormai ha acquisito massima affidabilità, un ottimo alleato per le navigazioni in barca a vela grazie al quale possiamo evitare di trascorrere lunghe ore al timone.
Andiamo a vedere quindi in questo approfondimento come è fatto un pilota, come si usa e come si regola, quali sono le sue funzionalità, e come farlo
tro equipaggio. Com’è fatto un pilota automatico La prima cosa da dire è che i piloti automatici esistono sia nella versione per timone a barra che in quella destinata alla ruota. Per il resto generalmente sono composti da quattro parti: la bussola elettronica, l’unità di potenza, l’unità di controllo e il processore. La prima è la componente nevralgica del pilota, dato che da essa dipende la sua capacità di eseguire le correzioni che noi diamo al timone tramite i comandi. L’unità di potenza agisce direttamente con le correzioni sul timone, il cui livello d’intensità è gestito dal processore del pilota. L’unità di controllo raccoglie i dati sulla navigazione. Il processore del pilota in particolare è un altro elemento chiave: più il processore è moderno ed evoluto, più sarà in grado di trasmettere input precisi all’unità di potenza e a correggere la rotta in modo chirurgico ed efficiente anche in condizioni meteomarine complicate. Sono proprio i processori a consentire oggi ai piloti di essere in grado di timonare anche una barca da regata in condizioni meteo dure, senza perdere mai il controllo tranne che in casi veramente eccezionali. Anche i processori moderni dei piloti de
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