Quali sono le regole del recupero delle barche in mare e quanto costa

Quando partiamo per una vacanza in barca a vela o anche solo per una normale navigazione, a volte quasi per una sorta di tabù si tende a non pensare ai possibili problemi o alle avarie che potrebbero capitarci. Se siamo soliti fare navigazioni brevi e giornaliere, nei dintorni del nostro porto, la preoccupazione per gli eventi avversi potrebbe anche essere limitata, ma se siamo soliti fare lunghe crociere e passare molti mesi all’anno con la nostra barca in mare, il punto di vista potrebbe cambiare. Quando si chiama la Capitaneria per ricevere un aiuto questa generalmente ci invia un rimorchiatore. E' buona norma prendere accordi precisi prima di iniziare il traino Attenzione, in generale l’essere previdenti e farsi trovare pronti in caso di eventuali avarie in mare, è una cosa che dovrebbe riguardare chiunque vada in barca, ma a maggior ragione chi affronta lunghe navigazioni. Come ci comporteremmo se ci capitasse un’avaria importante, causata da un guasto tecnico al motore o all’attrezzatura, che ci costringa a chiamare i soccorsi e a pianificare il recupero della barca? Pur sperando di non averne mai bisogno, occorre comunque essere consapevoli di quali siano le situazioni che andranno affrontate se vogliamo recuperare la nostra barca. Il quadro legale del recupero in mare La prima cosa su cui provare a documentarsi è cosa prevedono le leggi in tema di soccorso in mare e di eventuale recupero di persone e imbarcazioni. La norma primaria che regola il soccorso in mare è il Codice della Navigazione, approvato il 30 marzo 1942, poi la Convenzione di Londra nel 1989 che in Italia venne recepita con la legge del 12 aprile 1995, n. 129. Chiariamo subito quello che potrebbe essere un disguido comune su questo tema: la Guardia Costiera, che è sempre una buona idea avvisare se ci troviamo in difficoltà, interviene per il recupero delle persone, ma non ha alcun obbligo nei confronti delle imbarcazioni. Se l’unità in avaria non è in grado di navigare, la Guardia Costiera effettuerà il salvataggio dell’equipaggio, ma molto probabilmente non si occuperà del recupero della barca, salvo in casi eccezionali, o se la distanza dal porto è veramente ridotta e il rimorchio non presenti problemi. In tutti gli altri casi, sarà l’armatore a doversi preoccupare di come recuperare, se fattibile, la barca rimasta in avaria. Questo prevede nella stragrande maggioranza dei casi, un impegno economico che potrebbe essere non indifferente. Occorre fare una distinzione, perché è anche quella che fanno le leggi e il Codice della Navigazione in particolare, tra salvataggio, recupero e rimorchio. Sono tre casi differenti e vanno trattati in maniera diversa. Il recupero dell’imbarcazione viene identificato in una situazione precisa dal punto di vista legale: quando una barca è alla deriva, il proprietario non ne conosce la posizione e un altro soggetto la ritrova dopo un’eventuale ricerca o fortuitamente. Se il soggetto entro tre giorni dal ritrovamento denuncia il fatto all’Autorità Marittima, conduce l’imbarcazione nelle condizioni in cui l’ha ritrovata, ha diritto a un compenso pari al 30% del valore dell’imbarcazione, sottratto l’eventuale costo dei danni occorsi nel recupero. Una quota alta, che tiene in conto però dei rischi e delle difficoltà che il soccorritore deve affrontare per riportare la barca a terra. Il salvataggio in mare è un caso di altro genere. Qui la situazione è di un’imbarcazione in difficoltà il cui equipaggio chiede aiuto a un’altra unità, sia essa da diporto o commerciale o di qualsiasi tipo. Il Codice della Navigazione all’articolo 489 prevede l’obbligo di assistenza, non è possibile rifiutare una richiesta di soccorso, salvo in casi estremi dove l’assistenza implicherebbe un rischio concreto per l’unità e la vita dei soccorritori ma restano comunque degli obblighi. In questo caso il compenso, dopo avere trainato la barca in porto, è pari a una forbice tra l’1 e il 5% del valore dell’imbarcazione. Le variabili sono le condizioni meteo in cui è avvenuto il recupero, quindi i rischi e le difficoltà incontrate possono fare salire o scendere l’entità del pagamento. Infine c’è il rimorchio, che è simile al salvataggio ma non prevede condizioni di pericolo da parte dell’equipaggio che richiede soccorso. Sarà lo stesso natante in avaria, magari senza benzina, a lanciare la cima alla barca che viene a prestare soccorso, e non viceversa, un esempio a cui prestare attenzione perché può dimostrare che si tratti di un rimorchio e non di un salvataggio. In questo caso i costi sono minimi e non si calcolano in percentuale sul valore dell’imbarcazione ma sono una sorta di rimborso per il carburante e le ore in mare. Se ci dovessimo trovare nella malaugurata ipotesi di dovere rimborsare un soggetto privato per il recupero della nostra imbarcazione, se non siamo coperti dall’assistenza di eventuali società di professionisti (come scopriremo tra poco), prima di cedere a trattative che potrebbero essere molto sconvenienti potrebbe essere utile consultare un legale, oltre ad avere chiaro quanto abbiamo appena detto in tema di norme. Come prevenire il rischio di trattative economiche fuori controllo Il traino di un'imbarcazione in mare è soggetto a un pagamento che è bene pattuire prima ll quadro legale descritto serve a prevenire il rischio di trattative economiche fuori controllo con soggetti privati, conoscerlo è già un modo per prevenire i rischi ed essere consapevoli quando andremo a discutere sul prezzo della ricompensa. Tuttavia esistono ulteriori possibilità per tutelarsi, anche da un punto di vista economico. Dobbiamo sapere che molto spesso il recupero dell’imbarcazione in mare non è coperto dalle polizze assicurative che normalmente vengono stipulate per le unità da diporto. C’è però la possibilità di affidarsi a società di professionisti che offrono degli abbonamenti annuali, a volte anche insieme all’assicurazione tradizionale garantita da dei partner specializzati. Si tratta di società dedicate l’assistenza ai diportisti e al recupero delle imbarcazioni, che offrono un ventaglio di prestazioni che vanno dall’assistenza e manutenzione ordinaria, ai traini delle unità. Attenzione, anche in questi casi è sempre importante studiare bene i contratti e capire in quali circostanze precise la società ci darà assistenza e in quali invece no. Spesso dipende dal livello di abbonamento che si sottoscrive, ma più in generale è bene avere chiaro quali siano le casistiche complessive, anche aldilà del nostro contratto, di cui l’azienda che scegliamo si occupa. Quando si valutano i contratti riguardanti questi servizi, è importante però non solo fare un confronto economico, ma anche conoscere le varie clausole comprese dentro il contratto, e confrontarle con quelle che sono le nostre esigenze e tipologie di navigazione. Quali sono i possibili costi dei professionisti per il recupero in mare Basta fare un giro sul web per rendersi conto che di queste società ne esistono diverse, anche se non sono tantissimi i soggetti presenti sul mercato. Quanto possono costare le loro prestazioni e che servizi coprono? Abbiamo consultato i siti web di Sailornet e Seassist, due realtà di professionisti che lavorano nel campo del recupero delle imbarcazioni in mare e nell’assistenza ai diportisti. I servizi che offrono sono simili: traino, disincaglio, consegna carburante, intervento di un tecnico specializzato per una data avaria, sono coperti la maggior parte di casi di assistenza. I costi variano a seconda delle miglia dalla costa a cui va effettuato il soccorso e per l’età della barca. Sailornet per esempio entro le 20 miglia offre un abbonamento annuale di 403 euro per una barca da 10 a 12 metri, con meno di 10 anni di vita, che include il servizio di recupero dell’imbarcazione, l’invio di un sommozzatore, la copertura satellitare per potere localizzare sempre l’unità. Cifra che scende a 380,30 euro se la barca è di 8 metri. Sea Assit invece parte da un’offerta, per una barca di 8 metri, di 190 euro all’anno per: traino in seguito ad avaria al marina più vicino entro le 12 miglia dalla costa, disincaglio semplice, consegna carburante, consegna pezzo di ricambio, aiuto all’avviamento, scioglimento cime nell’elica.

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Un articolo per avere chiaro il quadro legale che riguarda il recupero delle barche in mare e per conoscere i servizi che offrono le società specializzate

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