martedì 11 novembre 2025
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Bagnoli, la popolazine in piazza contro la Coppa America

A Bagnoli esplode la protesta contro il dragaggio dei fondali: dopo trent’anni di abbandono, la Coppa America è l’occasione per una vera rinascita.

Gli abitanti di Bagnoli scendono in piazza contro la Coppa America. Un'occasione unica di rigenerazione del territorio viene messa a rischio
Gli abitanti di Bagnoli scendono in piazza contro la Coppa America. Un'occasione unica di rigenerazione del territorio viene messa a rischio
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Meta description: A Bagnoli esplode la protesta contro il dragaggio dei fondali. Dopo trent’anni di abbandono, la Coppa America rappresenta un’occasione unica per la rinascita del quartiere, ma solo se istituzioni e cittadini sapranno collaborare.

La protesta e i timori degli operai

La strada che porta alla Coppa America del 2027 sembra già piena di ostacoli. A Bagnoli la rabbia è tornata in strada: cinquecento, forse seicento persone tra operai e residenti hanno bloccato i lavori di dragaggio dei fondali, temendo che la rimozione dei fanghi accumulati negli anni possa riportare in superficie vecchi inquinanti.

Una protesta accesa, che però rischia di far slittare i lavori legati alla Coppa America, iniziati soltanto ora e che dovrebbero concludersi entro aprile.

Bagnoli è da decenni una ferita aperta nel cuore di Napoli. L’ex area industriale, un tempo simbolo dell’acciaio e del lavoro, si è trasformata in un paesaggio di capannoni abbandonati, recinzioni arrugginite e terreni contaminati. Da quando la Italsider chiuse i cancelli nel 1993, si sono succeduti governi, commissari e piani di rilancio, ma la rinascita promessa non è mai arrivata.

Le bonifiche sono rimaste incomplete, i cantieri si sono aperti e richiusi più volte, e ogni progetto è stato sostituito da un altro. Oggi Bagnoli è ancora lì, sospesa, ai margini del mare e della città.

La protesta di questi giorni nasce da questa lunga attesa, da una stanchezza che dura da una generazione. Gli operai gridano che “non si può dragare prima di bonificare”, e la loro preoccupazione è legittima. Ma dietro quelle parole c’è anche la frustrazione di chi ha visto passare trent’anni di promesse senza mai un vero cambiamento.

Eppure, proprio ora, qualcosa potrebbe davvero muoversi. I lavori collegati alla Coppa America rappresentano una delle poche occasioni concrete per restituire a Bagnoli un futuro. Il dragaggio dei fondali, la sistemazione dell’area costiera, la riqualificazione delle strutture abbandonate: se condotti con serietà e trasparenza, possono diventare l’inizio di una rinascita attesa da troppo tempo.

Collaborazione e trasparenza per evitare nuovi errori

Bagnoli non può più permettersi di restare ferma. Ogni rinvio, ogni sospetto, ogni blocco rischia di trasformare anche questa opportunità in un altro fallimento. Se il quartiere perderà il treno della Coppa America, rischierà di restare in questo limbo per altri trent’anni.

La protesta di oggi racconta la paura di ripetere errori del passato, ma anche la speranza che questa volta sia diverso. Che si passi finalmente dalle parole ai fatti, che la bonifica diventi reale, che il mare torni pulito e il lavoro torni a significare dignità, non nostalgia.

Informare e coinvolgere la cittadinanza

Oggi a Bagnoli i fatti stanno arrivando: le draghe in mare, i cantieri aperti, i primi segni di attività dopo decenni di immobilismo. Manifestare per chiedere attenzione ai problemi ambientali è giusto e necessario, ma bloccare i lavori significa andare contro l’interesse della cittadinanza.

Di contro, però, l’amministrazione comunale e i responsabili dei lavori hanno il dovere civile di informare gli abitanti del quartiere su ciò che stanno facendo e sulle misure di sicurezza adottate per evitare che gli inquinanti tornino a minacciare la salute pubblica. Pretendere di avviare lavori potenzialmente pericolosi senza informare chi vive in quella zona è un atto di arroganza che andrebbe evitato accuratamente.

I muri contro muro non servono a nulla. Cittadini, amministrazione e responsabili dei lavori dovrebbero collaborare per assicurarsi che questo progetto arrivi a compimento nella massima sicurezza per tutti. Solo così Bagnoli potrà finalmente liberarsi dall’immobilismo e tornare a essere parte viva del mare e della città.

© Riproduzione riservata

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