
Una barca a vela battente bandiera polacca, ma di fatto riconducibile a un contribuente residente in Italia, è finita al centro di un controllo della Guardia di Finanza di Crotone che ha portato all’applicazione di una sanzione da 115.000 euro, il massimo previsto dalla normativa vigente.
L’episodio è emerso nell’ambito di attività mirate nel settore della nautica da diporto, finalizzate a verificare il rispetto degli obblighi fiscali e il corretto monitoraggio dei beni detenuti all’estero.
L’irregolarità è stata individuata nel corso di pattugliamenti e ispezioni nelle aree portuali della costa pitagorica. L’imbarcazione risultava immatricolata in Polonia, ma era nella disponibilità di un soggetto fiscalmente residente in Italia.
Dagli accertamenti è emerso che la barca non era stata indicata nel quadro RW della dichiarazione dei redditi, adempimento obbligatorio per i beni detenuti all’estero da residenti italiani.
Il fenomeno del flagging out
Il caso rientra nella pratica nota come flagging out, ovvero l’iscrizione di unità da diporto nei registri navali esteri. Una scelta che può offrire, in alcuni casi, condizioni amministrative o fiscali diverse rispetto a quelle italiane.
La registrazione all’estero, tuttavia, non esonera in alcun modo dagli obblighi dichiarativi previsti dalla normativa italiana per chi risiede fiscalmente nel Paese.
La sanzione e il quadro normativo
La sanzione, che sarà formalmente irrogata dall’Agenzia delle Entrate competente, rientra tra le più elevate previste per questo tipo di violazione. L’attività è stata condotta dalla Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Crotone, con il coordinamento del Reparto Operativo Aeronavale di Vibo Valentia.
L’intervento si inserisce in un contesto di controlli più ampio volto a contrastare le violazioni economico-finanziarie nel comparto della nautica da diporto e a garantire il rispetto delle regole fiscali.
Operazioni analoghe, condotte in altre aree d’Italia, hanno già portato all’emersione di numerose imbarcazioni non dichiarate, con valori complessivi rilevanti e conseguenti sanzioni a carico dei proprietari.
Il caso di Crotone conferma l’attenzione delle autorità verso un fenomeno che non riguarda solo gli aspetti tecnici di registrazione delle barche, ma anche gli obblighi tributari dei proprietari residenti in Italia.
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